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Guida aprire Partita IVA 20232023-09-22T17:53:41+02:00

APRIRE PARTITA IVA: Quello che devi sapere per partire con una Marcia in più anche nel 2023!

Se sei capitato in questa pagina, anche tu hai pensato di aprire partita I V A facendo quindi riferimento a espressioni come «mettersi in proprio», «avviare un’attività autonoma», «come aprire partita IVA», «aprire una partita IVA come ditta individuale o come libero professionista», «diventare imprenditore» o ancora «quanto costa aprire una partita IVA?».

Si tratta di una scelta importante che cambia in modo inevitabile l’approccio al lavoro, con pro e contro.

E come tutte le scelte comporta delle conseguenze che vanno valutate attentamente. Tra queste, per esempio, la decisione tra ditta individuale o libero professionista assume una rilevanza cruciale dal punto di vista previdenziale. È molto importante in quanto un libero professionista senza cassa verrà iscritto alla Gestione Separata INPS versando in percentuale solo se fattura. Per una ditta individuale, invece, essendo iscritta all’INPS gestione commercianti, è previsto un contributo sul minimale pari a 3.800 euro circa dovuto indipendentemente dal fatturato. Vediamo di seguito quanto costa aprire partita IVA e come fare per aprire una partita IVA da Professionista o come Ditta Individuale.

Tante sono le domande che solitamente ci vengono poste da chi si accinge ad aprire Partita IVA, in questa guida rispondiamo alle principali.

Ricevuta per prestazione occasionale o Partita IVA?

La prestazione occasionale, pur con i limiti che persistono anche nel 2022, resta il contratto più adeguato per retribuire le attività saltuarie e non continuative, a patto che non esista vincolo di subordinazione.

La collaborazione occasionale permette di svolgere un’attività professionale, in modo saltuario e sporadico, senza aprire partita IVA. Si tratta di attività svolta in modo non abituale e continuativo.

Sulla “Prestazione occasionale” spesso c’è molta confusione rispetto ai limiti sia temporali sia economici oltre al tipo di contratto vero e proprio.

Se supero il tetto di 5.000 euro devo aprire p. IVA? Assolutamente NO. Non esiste un importo superato il quale è necessaria l’apertura della partita IVA. Il famigerato tetto dei 5.000 euro rappresenta esclusivamente la soglia di esenzione dal versamento della gestione separata INPS. La prestazione occasionale non è alternativa alla partita IVA e quindi non rappresenta una comoda e veloce soluzione per svolgere attività professionali o commerciali. La Partita IVA si apre quando una attività diventa abituale e continuativa nel tempo a prescindere dai guadagni conseguiti.

Aprire una partita IVA: come fare e  quanto costa …

La procedura e i costi cambiano a seconda se si apre partita IVA come libero professionista o come ditta individuale. Vediamo perchè.

APRIRE UNA PARTITA IVA DA LIBERO PROFESSIONISTA

Per un libero professionista che esercita una attività libera (ad esempio un consulente informatico o aziendale) l’iter burocratico per avviare il proprio business è molto semplice e gratuito: si concretizza nell’apertura della partita IVA che avviene presentando un modulo all’Agenzia delle Entrate.

Quando si compila il modulo occorre prestare particolare attenzione al regime fiscale da adottare (regime forfettario o regime fiscale ordinario) e al codice ateco o codice attività.

In questa fase i costi potrebbero essere connessi al compenso del professionista che si occupa di gestire la pratica.

Per un libero professionista che esercita una attività protetta (ad es. Architetto, Notaio, Commercialista, Avvocato, etc.) oltre a presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate, è necessario anche iscriversi all’albo di appartenenza in base alla professione svolta, sostenendo i relativi costi di iscrizione che variano da albo ad albo.

APRIRE PARTITA IVA ONLINE COME DITTA INDIVIDUALE

L’iter burocratico da seguire invece per l’apertura partita IVA di una qualsiasi ditta individuale è più complesso e comporta il sostenimento di alcuni costi. Vediamo nel dettaglio.

Dopo aver redatto il proprio business plan, trovato un’eventuale location o i professionisti per la realizzazione ad esempio del sito internet, occorre seguire i seguenti step:

  • apertura p iva ponendo particolare attenzione alla scelta del regime fiscale da adottare e, prima ancora, al codice ATECO (modello AA9/12 per le ditte individuali e i liberi professionisti, modello AA7/10 per le società).
  • iscriversi al Registro delle Imprese
  • fornire comunicazione adeguata di inizio attività al relativo Comune di appartenenza tramite la compilazione della SCIA
  • aprire le posizioni INPS gestione commercianti e INAIL
  • per un negozio fisico: assicurarsi il rispetto di tutte le norme in vigore circa l’agibilità, l’igiene e la sicurezza, assicurandosi di avere tutti i permessi richiesti (per esempio quello per esporre l’insegna)

Per maggiori informazioni su come aprire partita IVA, con esempi pratici,  li troverai nel nostro ebook gratuito. Per scaricare l’ebook clicca sul bottone sottostante.

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Aprire partita IVA: regime forfettario o regime semplificato?

Quando si apre partita IVA occorre decidere quale regime fiscale adottare. In particolare occorrerà scegliere tra:

  • regime forfettario (unico regime fiscale agevolato esistente);
  • regime semplificato

Di primo acchito si direbbe regime forfettario in quanto la tassazione è fissa e sembrerebbe più contenuta, si pensi ad esempio all’aliquota al 5% in caso di start up e al 15% negli altri casi. Le aliquote IRPEF partono da un minimo del 23% ad un massimo del 43%.

Tuttavia, è fondamentare fare delle considerazioni soggettive per fare una scelta ponderata tra il regime forfettario 2022 e il regime semplificato.

Nel regime forfettario, ad esempio, non è possibile dedurre in costi sostenuti ed il reddito da sottoporre a tassazione viene determinato attraverso l’applicazione di una percentuale di forfetizzazione ai compensi/ricavi. Tale percentuale varia a seconda del codice ateco adottato. Pertanto, una ditta individuale che ha costi elevati potrebbe non trovare conveniente il regime forfettario.

Ancora, con il regime forfettario non è possibile usufruire delle detrazioni e deduzioni IRPEF eccezione fatta per i contributi previdenziali versati nell’anno.

L’unico modo per usufruire delle deduzioni e detrazioni IRPEF per chi applica il regime forfettario è quando il titolare di partita iva forfettaria percepisce anche un altro reddito, come ad esempio un reddito di lavoro dipendente (Per approfondire leggere il nostro post: Regime Forfettario e Lavoro Dipendente).

Occorre comunque considerare i vantaggi del regime forfettari come ad esempio non applicazione di:

– Irap e IVA
– ritenuta d’acconto
– Studi di Settore

Concludendo, nonostante il regime forfettario abbia sicuramente notevoli vantaggi, assicurando un risparmio fiscale e spesso anche contributivo, è sempre opportuno valutare il caso specifico per stabilire la reale convenienza. Per approfondire l’argomento con casi pratici leggere il nostro post: Regime forfettario: quando conviene? oppure scarica il nostro eBook gratuito cliccando sul bottone sottostante.

Maggiori informazioni con esempi pratici li troverai nel nostro ebook gratuito. Per scaricare l’ebook clicca sul bottone sottostante.

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Partita IVA e lavoro dipendente possono convivere?

SI se si tratta di un lavoratore dipendente di una azienda privata. Per i dipendenti pubblici, invece, è previsto un obbligo di esclusiva con delle eccezioni più o meno ampie.

Anche se è possibile aprire partita IVA, occorre valutare tutti gli aspetti con particolare attenzione, per evitare il licenziamento e diminuire il carico contributivo. Occorre prestare attenzione:

  • se c’è concorrenza tra il proprio lavoro come dipendente e il lavoro che si desidera svolgere con la partita I V A
  • al reddito lordo percepito come lavoratore dipendente per valutare la possibilità di accedere regime forfettario
  • all’inquadramento contributivo della nuova attività e valutare se si è esonerati dal versamento dei contributi INPS.

Partita IVA e lavoro dipendente: contributi INPS doppi?

Per verificare se un lavoratore dipendente che avvia un’attività parallela di lavoro autonomo deve versare i contributi INPS per entrambe le attività occorre innanzitutto stabilire quale gestione previdenziale è prevista per il tipo di attività svolta. Di conseguenza, si possono verificare le seguenti situazioni:

  • lavoratore dipendente a tempo indeterminato full time (ovvero con un contratto part- time con attività prevalente) che decicde di aprire partita IVA come ditta individuale. Fintanto che l’attività prevalente è quella di lavoro dipendente, sia in termini di tempo sia in termini reddituali (reddito annuo come lavoratore dipendente maggiore del reddito derivante dall’attività commerciale), non si è tenuti all’iscrizione alla Gestione commercianti dell’INPS e quindi non è dovuto il versamento di ulteriori contributi (in altre parole quando è possibile chiedere l’esenzione dal versamento dei contributi fissi annui sul minimale pari ad euro 3.600);
  • in caso lavoro dipendente e libera professione occorrerà iscriversi alla Gestione separata INPS versando comunque i contributi previdenziali in maniera proporzionale anche se in maniera ridotta.

Leggi anche: Partita IVA e Lavoro Dipendente: Possono Convivere?

Aprire partita IVA: Cassa di previdenza o INPS?

Uno step importante quando si apre partita IVA riguarda l’iscrizione alla gestione previdenziale.

I contributi INPS sono uguali per tutti? La risposta è decisamente negativa e i contributi INPS dovuti variano a seconda dell’attività svolta, della forma giuridica e di determinati requisiti personali del titolare. Innanzitutto possiamo suddividere le Partite IVA in 3 macrocategorie ovvero:

  • Artigiani e Commercianti iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS: è previsto il versamento di un contributo fisso, da versare anche in assenza di reddito, pari a circa 3.900 euro annui. Oltre questo fisso, occorre versare i contributi sul reddito eccedente i 15.953
  • Lavoratori autonomi “senza cassa“  iscritti alla Gestione Separata INPS: il versamento avviene in percentuale su volume d’affari. Più precisamente i contributi si versano applicando l’aliquota del 25,72% sul reddito imponibile
  • Professionisti con cassa di previdenza autonoma: in questo caso ogni cassa ha un regolamento specifico e le regole del gioco cambiano dall’una all’altra.

Leggi anche : INPS e Partita IVA: come funzionano i contributi?

LE FAQ “Aprire una partita IVA”

Nel prosieguo di questa guida forniamo una serie di suggerimenti e consigli utili per chi si appresta ad aprire partita IVA (c.d. p.iva), provando a dissipare i dubbi che attanagliano chi si trova ad intraprendere un nuovo business evitando inutili e costose sanzioni.

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Clicca sulle domande per leggere tutti gli approfondimenti

Emettere fattura senza aprire partita IVA: è possibile?2023-01-11T12:39:31+01:00

Spesso ci chiedono quando si è obbligati ad aprire partita I V A oppure quando è sufficiente emettere una semplice ricevuta per prestazione occasionale. Inoltre: Quali sono i limiti delle prestazioni occasionali?  Superati i 5.000 euro devo aprire partita IVA? Falso … ma vediamo perchè

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​Libero Professionista O Ditta Individuale?​​2021-04-27T11:50:46+02:00

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Costi PARTITA IVA Online e procedure2021-04-27T11:51:13+02:00

Scopri come fare per l’apertura partita IVA, tutti i dettagli sull’iter da seguire e per sapere “quanto costa aprire partita IVA”. Attenzione, non ci sono particolari costo apertura p.iva (la pratica all’agenzia delle entrate per aprire partita I V A è gratis), difatti aprire p iva ordinaria è gratis così come è gratis aprire partita i v a agevolata. I costi per aprire una partita iva sono invece connessi alla sola iscrizione al registro delle imprese o eventualmente ad albi o ruoli previsti per il tipo attività esercitata.

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Cos’è la Ragione Sociale?2021-04-27T11:51:40+02:00

Il significato del termine “ragione sociale” cambia per un’azienda, un libero professionista o una ditta individuale. Spesso si fa confusione e si utilizzano indifferentemente ditta, ragione sociale e denominazione sociale. Tuttavia questi termini hanno un significato diverso. Analizziamo nel dettaglio il significato.

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