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Aprire Partita IVA: guida completa 2025

QUELLO CHE DEVI SAPERE PER PARTIRE CON UNA MARCIA IN PIÙ, SPIEGATO IN MODO SEMPLICE!

In questa guida, ti forniremo una panoramica completa su come APRIRE LA TUA PARTITA IVA in modo corretto, RIDUCENDO TASSE E CONTRIBUTI.

Dalla comprensione dei requisiti e dei vantaggi della partita IVA, alla presentazione della documentazione e alle scadenze da rispettare, ti guideremo passo dopo passo verso il tuo obiettivo di aprire la partita IVA con successo.

Se stai pensando di aprire la partita IVA, sei nel posto giusto.!!! 😉

❓FAQ - Domande Frequenti su SRL

Tutti, almeno una volta nella vita, hanno pensato di aprire partita IVA, anche se spesso non è chiaro il significato di espressioni quali «mettersi in proprio», «avviare un’attività autonoma», «come aprire partita IVA», «diventare imprenditore» o ancora «quanto costa aprire una partita IVA?».

E tu? Probabilmente, se stai leggendo questa guida, non ci hai solo pensato… Quanti, invece, si sono fermati anche solo per la difficoltà nel rispondere a queste domande, intrappolati nel marasma delle leggi italiane… e per la paura di trovarsi inondati dalle temutissime cartelle di pagamento…

No! Una cosa è certa, arrendersi non è la soluzione, oggi hai l’opportunità di fare molto di più.

Nel prosieguo di questa guida forniamo una serie di suggerimenti e consigli utili per chi si appresta ad aprire partita IVA (c.d. p.iva), provando a dissipare i dubbi che attanagliano chi si trova ad intraprendere un nuovo business evitando inutili e costose sanzioni.

Sei o vuoi essere un freelance? Desideri diventare un grafico freelance, un marketer o un professionista del web marketing? Vuoi aprire un e-Commerce?

Leggi la nostra guida per scoprire la risposta alle tue domande, da cosa devo fare per aprire una partita IVA?” “esiste la partita IVA agevolata?” “come funziona il regime forfettario?” passando per “come devo emettere le mie fatture?”, fino a tutti gli altri aspetti contabili e fiscali.

N.B. In questa guida ci limitiamo ad analizzare le casistiche che si presentano a chi decide di avviare un’attività da solo, rinviando l’analisi dell’avvio di una società a una separata sezione del sito.

Tre sono le domande che ci vengono poste da chi si accinge ad aprire Partita IVA, ecco le principali:

Libero professionista o Ditta individuale?

La mia attività rientra nella sfera delle ditte individuali o delle libere professioni?

Partita IVA si o no?

Posso emettere una ricevuta per prestazione occasionale oppure sono tenuto ad aprire Partita I V A?

Partite IVA o SRL?

Meglio una partita IVA o una SRL? Quasi sono i vantaggi di una SRL? E i costi?

Trattasi di questioni cruciali… infatti, dalle risposte a queste domande e da eventuali errori compiuti in questa fase, dipende il successo del tuo futuro business.

In particolare, la scelta tra ditta individuale o libero professionista assume una rilevanza cruciale da diversi punti di vista:

FISCALE

È, infatti, diversa la disciplina applicabile sulla base del regime scelto (ad esempio regime forfettario, regime fiscale ordinario o regimi fiscali speciali)

CIVILISTICO

Fondamentale, per esempio, per stabilire se, oltre all'apertura partita IVA, occorre anche l’iscrizione al Registro delle Imprese

PREVIDENZIALE

Capire la forma giuridica più appropriata è fondamentale dal punto di vista previdenziale per scegliere la gestione previdenziale di appartenenza ( Gestione Commercianti INPS, Gestione Separata o Cassa di Previdenza).

Ditta individuale o Libera Professione?​

Partiamo subito con il dire che per avviare una qualsiasi attività in maniera autonoma è necessario aprire la partita IVA. Tale l’obbligo nasce quando si svolge un’attività professionale in maniera abituale e continuativa, al di là del fatturato che verrà realizzato.

Prima di partire, per evitare errori e costose sanzioni, è importante capire se l’attività che si vuole svolgere rientra tra quelle delle ditte individuali o se tra quelle svolte dai liberi professionisti.

Questa differenza è fondamentale soprattutto perché sono diversi gli adempimenti necessari in fase di apertura ed è diversa la gestione previdenziale a cui è necessario iscriversi; in particolare:

  • le ditte individuali sono tenute all’iscrizione al Registro Imprese,
  • i liberi professionisti, appartenenti alla sfera delle c.d. professioni protette devono iscriversi al proprio albo di appartenenza dopo aver superato l’esame di abilitazione (ad es. ordine dei dottori commercialisti, ordine degli avvocati, ordine dei medici, notai, geometri, agronomi, consulenti del lavoro, psicologi, giornalisti, architetti, ingegneri, dentisti, ecc.).
  • per le professioni libere non sono richiesti particolari iscrizioni in albi o esami preventivi (ad es. consulenti informatici, consulenti aziendali, etc.).

Purtroppo non sempre è immediato capire a quale categoria si appartiene perchè i confini non sono sempre netti; tuttavia, in estrema sintesi, possiamo affermare che i liberi professionisti svolgono un’attività prevalentemente intellettuale (ad es. medici, notai, avvocati ma anche consulenti aziendali o artisti) mentre le ditte individuali svolgono attività commerciali e artigianali (ad es. idraulici, elettricisti, commercianti, muratori, etc.).

Chiarito questo aspetto fondamentale, partiamo con il rispondere alle principali domande che ci vengono poste durante le consulenze personalizzate. Quando devo aprire partita IVA? Quando supero il famigerato tetto dei 5.000 euro? Posso emettere una ricevuta per prestazione occasionale senza aprire partita IVA?“. Scopriamo la risposta a queste domande.

Aprire Partita I V A si o no?​

Una delle domande più frequenti che riceviamo è: “Devo aprire la Partita IVA se supero i 5.000 euro di guadagno?”

La risposta non è così semplice, perché l’obbligo di apertura non dipende esclusivamente dal fatturato, ma dalla natura dell’attività svolta.

Quando è obbligatorio aprire la Partita IVA?

Devi aprire la Partita IVA se svolgi un’attività economica o professionale in modo abituale e continuativo. In pratica, ciò che conta non è solo quanto guadagni, ma come lavori.

Alcuni esempi di attività che richiedono l’apertura della Partita IVA:

  • Freelance, consulenti e professionisti (avvocati, commercialisti, grafici, programmatori, ecc.) che offrono servizi in modo regolare.

  • Artigiani e commercianti, sia con un negozio fisico che online, indipendentemente dal fatturato.

  • Chi svolge un’attività con carattere di continuità, anche se i compensi inizialmente sono bassi.

Quando NON è necessario aprire la Partita IVA?

Se svolgi un’attività in modo saltuario e senza un’organizzazione strutturata, probabilmente non è necessario aprire la Partita IVA. Ad esempio, se capita sporadicamente di offrire un servizio o vendere un prodotto senza una pianificazione regolare, si può rientrare nel regime delle prestazioni occasionali.

Un altro caso in cui l’apertura della Partita IVA non è obbligatoria riguarda le attività svolte in ambito familiare. Se, ad esempio, aiuti un parente nella sua attività senza ricevere un compenso, non sei tenuto ad aprire una Partita IVA, poiché non si tratta di un’attività economicamente autonoma e continuativa.

Se vuoi approfondire la gestione e i contributi INPS per i collaboratori familiari, leggi il nostro articolo dedicato: Collaboratori familiari: quando e come versare l’INPS.

Emettere fattura senza aprire partita IVA: è possibile?

Molti si chiedono se sia possibile emettere fattura senza avere una Partita IVA. In realtà, in Italia non esiste un modo per emettere una vera e propria fattura senza essere titolari di Partita IVA. Tuttavia, chi svolge un’attività occasionale può rilasciare una ricevuta per prestazione occasionale, su cui verrà applicata la ritenuta d’acconto se il cliente è un sostituto d’imposta. Questo vale solo per attività non abituali e non continuative.

Se la tua attività inizia a diventare regolare e ripetitiva, il rischio è quello di essere considerato dall’Agenzia delle Entrate come un lavoratore autonomo con obbligo di apertura della Partita IVA. Per evitare sanzioni o problemi fiscali, è sempre consigliabile valutare con un esperto la tua situazione specifica.

Se vuoi approfondire le modalità per lavorare senza aprire la Partita IVA e capire se questa soluzione è adatta al tuo caso, leggi il nostro approfondimento: Lavorare senza aprire Partita IVA: quando è possibile?.

E il limite dei 5.000 euro?

Il famoso tetto dei 5.000 euro riguarda la collaborazione occasionale e il limite per l’esenzione dal versamento dei contributi alla Gestione Separata INPS. Non è un limite che determina automaticamente l’obbligo di aprire la Partita IVA. Anche se guadagni meno di 5.000 euro, potresti comunque dover aprire la Partita IVA se la tua attività è continuativa.

Partite IVA o SRL?

Quando si decide di avviare un’attività, una delle prime scelte da fare riguarda la forma giuridica: meglio aprire una Partita IVA da lavoratore autonomo o costituire una SRL?

Consapevoli che la formula magica non esista e che la valutazione di opportunità dipenda da elementi soggettivi da valutare caso per caso, cerchiamo di fornire gli elementi necessari per capire come aprire una partita iva e se il proprio business si adatta meglio ad una partita I V A singola oppure se la SRL sia la scelta migliore.

 

La decisione dipende da vari fattori, tra cui il tipo di attività, il livello di rischio, il volume d’affari previsto e le agevolazioni fiscali disponibili. Mentre la Partita IVA è più flessibile e con meno costi iniziali, la SRL offre maggiore tutela patrimoniale e opportunità di crescita.

Per capire quale soluzione è più adatta al tuo caso, leggi il nostro approfondimento: Aprire Partita IVA o costituire una SRL? Pro e contro

apertura partita IVA Online

Per un libero professionista che esercita una attività libera (ad esempio un consulente informatico o aziendale) l’iter burocratico per avviare il proprio business è molto semplice e gratuito: si concretizza nell’apertura della partita IVA presentando gratuitamente il modulo all’agenzia delle entrate.

Quando si compila il modulo occorre prestare particolare attenzione al regime fiscale da adottare (regime forfettario o regime fiscale ordinario?) e al codice ateco da adottare.

In questa fase i costi potrebbero essere connessi al compenso del professionista che si occupa di gestire la pratica.

Per un libero professionista che esercita una attività protetta (ad es. architetto, Notaio, Commercialista, Avvocato, etc.) oltre a presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate, è necessario anche iscriversi all’albo di appartenenza in base alla professione svolta, sostenendo i relativi costi di iscrizione che variano da albo ad albo.

L’iter burocratico da seguire inverce per aprire una qualsiasi ditta individuale è il seguente.

Dopo aver redatto il proprio business plan, trovato un’eventuale location o i professionisti per la realizzazione ad esempio del sito internet, occorre seguire i seguenti step:

  • aprire partita iva ponendo particolare attenzione alla scelta del regime fiscale da adottare e, prima ancora, al codice ATECO  (modello AA9/12 per le ditte individuali e i liberi professionisti, modello AA7/10 per le società).
  • iscriversi al Registro delle Imprese
  • fornire comunicazione adeguata di inizio attività al relativo Comune di appartenenza tramite la compilazione della SCIA
  • aprire le posizioni INPS gestione commercianti e INAIL
  • per un negozio fisico: assicurarsi il rispetto di tutte le norme in vigore circa l’agibilità, l’igiene e la sicurezza, assicurandosi di avere tutti i permessi richiesti (per esempio quello per esporre l’insegna)

quanto costa aprire la partita iva?

Aprire una Partita IVA comporta una serie di costi e procedure che variano a seconda della forma giuridica scelta e del regime fiscale adottato.

  • Libero professionista: l’apertura della Partita IVA è gratuita e può essere effettuata online tramite l’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, se la professione richiede l’iscrizione a un albo professionale, potrebbero esserci costi di iscrizione e contributi previdenziali da versare alla cassa di riferimento.

  • Ditta individuale: oltre alla registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, è necessaria l’iscrizione alla Camera di Commercio, che comporta:

    • Diritti di segreteria (€18) e diritto camerale annuale (€57 circa, variabile in base alla provincia).

    • Marca da bollo (€17,50) per la registrazione.

    • Eventuali costi per la presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) presso il Comune, se richiesto.

    • Contributi INPS per artigiani e commercianti, con un importo fisso annuale anche se non si hanno guadagni.

Per una panoramica completa su quanto costa aprire una Partita IVA e quali sono gli adempimenti da seguire, consulta la nostra guida dettagliata: Costi e procedure per aprire la Partita IVA.

Cos'è la ragione sociale?

Il significato del termine “ragione sociale” cambia per un’azienda, un libero professionista o una ditta individuale. Spesso si fa confusione e si utilizzano indifferentemente ditta, ragione sociale e denominazione sociale. Tuttavia questi termini hanno un significato diverso. Analizziamo nel dettaglio il significato.

La ragione sociale è il nome con cui una ditta individuale o una società è identificata legalmente. Nel caso di un libero professionista, non esiste una vera e propria ragione sociale: la denominazione coincide con il nome e cognome del titolare, eventualmente seguito dall’indicazione della professione svolta (es. Mario Rossi – Consulente Fiscale).

Per una ditta individuale, invece, la ragione sociale è solitamente composta dal nome e cognome del titolare, con l’aggiunta della specifica dell’attività svolta. Ad esempio, Mario Rossi Impianti Elettrici.

Nel caso delle società di persone e di capitali, la ragione sociale può essere scelta liberamente, ma deve rispettare le indicazioni di legge e includere l’indicazione della forma giuridica (es. XYZ Srl, Rossi & Bianchi Snc).

Se vuoi approfondire come scegliere la ragione sociale e quali regole rispettare, leggi la nostra guida: Cos’è la ragione sociale e come sceglierla.

Quale codice ateco scegliere?

Quando apri una Partita IVA, uno dei passaggi fondamentali è la scelta del codice ATECO, che identifica l’attività economica svolta. La scelta del codice ATECO è importante perché determina gli obblighi fiscali, contributivi e gli eventuali incentivi a cui si può accedere.

Un codice ATECO errato potrebbe comportare incongruenze fiscali, difficoltà nell’accesso a regimi agevolati o problemi nei controlli dell’Agenzia delle Entrate. Per questo motivo, è essenziale individuare quello corretto in base all’attività che si intende svolgere. 

Se vuoi sapere come identificare il codice ATECO giusto per la tua attività e quali aspetti valutare, leggi la nostra guida completa con uitli TOOL gratuiti per ricercare i codici ATECO: Identificare il codice ATECO corretto.

Ho già un Lavoro Dipendente: Posso aprire partita IVA?

Se sei un lavoratore dipendente, puoi comunque aprire una Partita IVA, ma con alcune limitazioni a seconda che tu lavori nel settore privato o pubblico.

  • Settore privato: in generale, non ci sono particolari restrizioni, a meno che il tuo contratto non preveda una clausola di esclusiva, che vieta di svolgere attività in proprio in concorrenza con il datore di lavoro. È sempre consigliato verificare il proprio contratto di lavoro o consultare il datore di lavoro prima di aprire una Partita IVA.

  • Settore pubblico: i dipendenti pubblici sono soggetti a vincoli più stringenti. L’apertura della Partita IVA è consentita solo nei casi previsti dalla legge e previa autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza. In alcuni casi, l’attività autonoma è vietata o consentita solo se svolta in modo occasionale e senza conflitti di interesse con il ruolo pubblico.

Per approfondire le regole e le eventuali limitazioni a seconda del tuo settore lavorativo, leggi il nostro articolo: Lavoro dipendente e Partita IVA: quando è possibile?.

Cos'è e come funziona la Naspi anticipata

Se sei un lavoratore dipendente e percepisci la NASpI (indennità di disoccupazione), hai la possibilità di richiedere l’anticipo dell’intero importo per avviare un’attività autonoma. Questo strumento è pensato per chi vuole aprire una Partita IVA o avviare una ditta individuale, utilizzando i fondi della NASpI come capitale iniziale.

Per ottenere la NASpI anticipata è necessario rispettare alcuni requisiti:

  • Essere beneficiario della NASpI e non aver ancora percepito tutte le mensilità.

  • Presentare la domanda all’INPS prima di iniziare l’attività, per evitare la decadenza del diritto.

Una volta ottenuta, la NASpI anticipata non può più essere richiesta nuovamente in forma mensile e non è soggetta a tassazione solo in alcuni casi.

Se vuoi scoprire tutti i dettagli sulla procedura di richiesta e i vantaggi della NASpI anticipata, leggi il nostro approfondimento: NASpI anticipata: come ottenerla per aprire Partita IVA.

Cos'è la Partita IVA Comunitaria?

La Partita IVA comunitaria è un’estensione della Partita IVA ordinaria che consente di effettuare operazioni commerciali con altri paesi dell’Unione Europea. Questa particolare registrazione è necessaria per chi acquista o vende beni e servizi all’interno del mercato unico europeo.

Per ottenere la Partita IVA comunitaria è necessario presentare una specifica richiesta all’Agenzia delle Entrate. L’iscrizione al VIES (Vat Information Exchange System) è un passaggio obbligatorio per essere riconosciuti come operatori abilitati alle transazioni intracomunitarie.

Vantaggi della Partita IVA comunitaria:

  • Scambi intracomunitari senza IVA: le operazioni tra soggetti con Partita IVA comunitaria sono esenti da IVA (inversione contabile – reverse charge).

  • Maggiore credibilità a livello internazionale: essere iscritti al VIES facilita i rapporti commerciali con clienti e fornitori europei.

  • Agevolazioni e semplificazioni fiscali per gli acquisti e le vendite all’interno dell’UE.

Se vuoi approfondire come funziona la Partita IVA comunitaria e come richiederla, leggi la nostra guida completa: Partita IVA comunitaria: cos’è e come ottenerla.

Partita IVA Ordinaria: le tasse

Per chi non ha i requisiti per il regime forfettario e deve aprire una Partita IVA ordinaria, è importante conoscere quali sono le tasse da pagare. Le principali imposte da considerare sono:

  • IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) per i lavoratori autonomi e ditte individuali.

  • IRES (Imposta sul Reddito delle Società) per chi gestisce una SRL.

  • IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive), applicata in base all’organizzazione dell’attività.

Comprendere queste imposte aiuta a pianificare al meglio la gestione fiscale della propria attività ed evitare spiacevoli sorprese. Per un approfondimento completo sulle tasse da pagare con la Partita IVA ordinaria, leggi la nostra guida: Partita IVA e tasse: tutto quello che devi sapere.

Come funzionano i contributi INPS?

Quando si apre una Partita IVA, uno degli aspetti più importanti da considerare è il pagamento dei contributi previdenziali INPS, che variano a seconda della categoria lavorativa.

Le principali gestioni previdenziali per i titolari di Partita IVA sono:

  • Gestione Separata INPS: destinata a liberi professionisti senza cassa (es. consulenti, formatori, grafici, programmatori). I contributi si calcolano in percentuale sul reddito e non prevedono un importo minimo obbligatorio.

  • Gestione Artigiani e Commercianti: destinata a chi svolge attività di impresa. In questo caso è previsto un contributo fisso minimo anche in assenza di reddito, oltre a una percentuale aggiuntiva sui guadagni.

  • Casse previdenziali private: per alcune professioni regolamentate (es. avvocati, ingegneri, commercialisti) l’INPS non è l’ente di riferimento, poiché esistono casse previdenziali specifiche.

Per un approfondimento dettagliato su quanto e come versare i contributi INPS con Partita IVA, leggi la nostra guida completa: Contributi INPS Partita IVA: tutto quello che devi sapere.

Cosa succede se non fatturo nulla?

Aprire una Partita IVA non significa necessariamente avere entrate immediate. Molti professionisti e imprenditori, soprattutto all’inizio dell’attività, possono trovarsi in una situazione in cui non generano fatturato per mesi. Ma quali sono le conseguenze di una Partita IVA inattiva?

  • Regime forfettario: se sei in regime forfettario, non dovrai versare l’IVA, ma potresti comunque dover sostenere i contributi INPS fissi (se iscritto alla Gestione Artigiani e Commercianti).

  • Regime ordinario: se hai una Partita IVA in regime ordinario, dovrai comunque presentare la dichiarazione dei redditi annuale, anche con fatturato pari a zero.

  • Contributi INPS: chi è iscritto alla Gestione Separata INPS paga i contributi solo sul reddito effettivamente prodotto. Diverso è il caso degli artigiani e commercianti, che devono versare un contributo minimo fisso ogni anno, anche in assenza di fatturato.

  • Chiusura della Partita IVA: se non prevedi di fatturare per un lungo periodo, potresti valutare la chiusura della Partita IVA per evitare costi inutili.

Per un approfondimento su cosa succede se non fatturi nulla e quali soluzioni adottare, leggi la nostra guida completa: Aprire la Partita IVA e non fatturare nulla: cosa fare?.

Ci sono alcuni “costi fissi” che comunque devono essere versati da coloro che decidono di aprire partita IVA, a prescindere da quello che sarà il fatturato della neo attività.

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Come chiudere la Partita IVA?

Se hai deciso di interrompere la tua attività, è fondamentale chiudere correttamente la Partita IVA per evitare di incorrere in costi e sanzioni inutili. La chiusura della Partita IVA non avviene automaticamente, ma deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate e agli enti previdenziali di riferimento.

Ecco i passaggi principali per chiudere la Partita IVA:

  1. Comunicazione all’Agenzia delle Entrate: la richiesta di chiusura deve essere effettuata tramite il modello AA9/12 (per liberi professionisti e ditte individuali) o il modello AA7/10 (per società e soggetti diversi), da inviare telematicamente.

  2. Chiusura della posizione INPS: se sei iscritto alla Gestione Separata INPS o alla Gestione Artigiani e Commercianti, devi presentare la richiesta di cancellazione per interrompere il versamento dei contributi.

  3. Cancellazione dal Registro delle Imprese: se hai una ditta individuale, è necessario richiedere la cancellazione dalla Camera di Commercio e dal Registro delle Imprese.

  4. Dichiarazione dei redditi finale: anche dopo la chiusura della Partita IVA, dovrai presentare la dichiarazione dei redditi relativa all’ultimo anno di attività.

Per una guida dettagliata su come chiudere correttamente la tua Partita IVA, evitando errori e costi imprevisti, leggi il nostro approfondimento: Come chiudere la Partita IVA: procedura e costi.

Clicca sulle freccette per leggere tutti gli approfondimenti.

faq: COME SI FA UNA FATTURA?

Uno degli aspetti più delicati per coloro che aprono partita IVA riguarda la fatturazione. Cerchiamo di capire insieme che cos’è una fattura, le diverse tipologie, quali dati devono essere contenuti, come compilarla e i software da utilizzare.

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Devo emettere una fattura: come funziona la ritenuta d’acconto? Ecco come si versa e come si calcola la ritenuta d’acconto sui redditi di lavoro autonomo.

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La marca da bollo : un’imposta antica e fastidioso sinonimo di burocrazia all’italiana. Ecco i casi in cui è obbligatorio applicarla anche su fattura.

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La fatturazione elettronica è obbligatoria dal 1° gennaio 2019 per tutte le cessioni di beni e servizi sia per i titolari di partite IVA sia per i privati.

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La Firma Digitale può ormai sostituire tranquillamente quella cartacea: scopriamo cos’è, come funziona e come fare per ottenerla.

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Quali sono le imposte da versare e come si determina il reddito nel Regime Forfettario. Nel post anche il link a un TOOL gratuito molto utile per calcolare l’imposta sostitutiva nel regime forfettario e i contributi dovuti all’INPS.

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Esiste la partita I V A agevolata? Certo ed è meglio nota come regime forfettario, accessibile però a tutti coloro che hanno i requisiti e non solo ai giovani. Ecco tutti i dettagli sull’unico regime agevolato esistente, il regime forfettario: requisiti, costi e vantaggi.

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E se tutto questo non bastasse?

Aprire Partita IVA: Libero Professionista o Ditta Individuale?

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