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partita iva influencer

Quali sono gli obblighi fiscali di un influencer? Partita iva e tasse. 

SOMMARIO

Sono sempre più le persone che lavorano con i social, riuscendo a monetizzare grazie alla propria presenza sul web. Attenzione, però, quando si inizia a monetizzare e a vendere tramite il web usando la propria immagine e diventando quindi un influencer, occorre prestare attenzione anche al lato fiscale. Quando è necessaria la partita iva influencer? Quali sono gli obblighi e le tasse da pagare? Proviamo a fare un po’ di chiarezza con questo articolo.

Essere influencer: come e quando

L’innovazione e la tecnologia fanno passi da gigante ogni giorno. Il mondo digitale si sta sviluppando sempre più ed è ormai parte integrante della nostra quotidianità. Da qui la nascita di scenari lavorativi differenti rispetto al passato. Sono per prime le grandi aziende e i brand, sia grandi e famosi, sia emergenti, piccoli e semi sconosciuti, ad aver cambiato e rivoluzionato le strategie di marketing dando vita e spazio a nuovi lavori e collaborazioni professionali. Da qui, la nascita della figura dell’influencer, personaggio presente sul web, con una propria follower base o community. Compito dell’influencer è la promozione e la sponsorizzazione di prodotti e servizi, in cambio di una remunerazione.

Ricevendo un compenso, vien da sé, che questo debba essere dichiarato e tassato. In che modo?

Partita iva influencer quando non è necessaria

Un influencer affermato e molto conosciuto in rete può ottenere collaborazioni che portano guadagno molto alti, che ovviamente devono essere dichiarati e tassati, oltre a portare all’apertura della partita iva. Ma agli inizi o per determinate figure, la partita iva influencer non è sempre (o subito) necessaria.

In linea generale, vale la solita regola: la partita iva influencer non è obbligatoria, ma se e solo se l’attività svolta è di tipo occasionale e non organizzata. Nel momento in cui i guadagni dell’influencer diventano la principale (se non addirittura l’unica) fonte di reddito, l’attività è considerata abituale, professionale e non occasionale. A questo punto la partita iva influencer è obbligatoria.

Partita iva influencer e limite dei 5.000 euro

Tra gli errori più diffusi quando si parla di apertura partita iva c’è quello del limite dei 5.000 euro. Di fatto, non sono i 5.000 euro a stabilire se aprire o meno la partita iva, ma l’occasionalità dell’attività. Se il lavoro è abituale, professionale, continuativo e coordinato, anche se non si raggiungono i 5.000 euro, occorre aprire la partita iva. Da qui poi la possibilità di scegliere a quale regime aderire: forfettario, semplificato o ordinario.

Codice ATECO influencer

È fondamentale, in fase di apertura della partita iva, scegliere il codice ATECO corretto. ogni attività o settore economico, infatti, prevede l’assegnazione di un codice ateco che identifica l’attività svolta. Nel caso specifico degli influencer i possibili codici sono

  • 73.11.02, “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari
  • 73.11.01, “Ideazione di campagne pubblicitarie

Possono anche essere utilizzati entrambi, ma per non commettere errori è meglio consultarsi con il proprio commercialista.

Partita iva influencer e contributi previdenziali

I contributi previdenziali per chi apre la partita iva sono obbligatori. Nel caso degli influencer non esiste una specifica cassa di riferimento e per questo motivo, occorre iscriversi alla Gestione Separata INPS. Nello specifico, i contributi saranno pagati in base al reddito imponibile e con aliquota del 26,23% (per l’anno 2022).

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