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CODICI ATECO

Codici ateco e partita iva: cosa sapere

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Sommario

Chi ha già una partita iva o è in procinto di aprirne una nuova può voler allargare il proprio business con un’attività differente, che si discosta da quella primaria. A tal fine occorre valutare in modo ponderato la scelta dei codici ateco.
In passato abbiamo già scritto sulle caratteristiche del codice attività ateco. Oggi spieghiamo come procedere per aggiungere un codice ATECO alla propria partita IVA.

Aggiungere più codici ateco alla partita IVA

Anche chi si appresta ad aprire per la prima volta la partita IVA, può optare per l’inserimento di più codici ateco sin da subito. È sufficiente inserire le sequenze numeriche di riferimento direttamente nel modulo di inizio attività che si invia all’Agenzia delle Entrate.

Chi, invece, possiede già una partita IVA, ma desidera aggiungere un codice attività per ampliare il proprio campo d’azione, può utilizzare il modello AA9/12 da trasmettere all’Agenzia delle Entrate.

ATTENZIONE: se il codice ateco aggiunto, prevede l’attivazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), sarà necessario procedere all’invio della suddetta dichiarazione al Comune di riferimento entro e non oltre i 30 giorni successivi all’inizio dell’attività.

Avere più codici ateco con il regime forfettario

Anche le partite iva aderenti al regime forfettario possono aggiungere uno o più codici ateco. A tal proposito, però, occorre fare una distinzione:

  1. aggiunta di un codice attività appartenente al medesimo settore di attività del già presente: si potrà procedere con la somma dei ricavi derivanti da entrambi i business, applicando lo stesso coefficiente di redditività

ESEMPIO

Attività primaria e attività secondaria con lo stesso coefficiente di redditività
Coefficiente di redditività: 40%

Ricavi:

  • attività primaria: 25.000 euro
  • attività secondaria: 10.000 euro
  • totali: 35.000 euro (25.000+10.000) euro

Reddito imponibile: 14.000 euro (il 40% di 35.000 euro)
Imposta sostitutiva al 15%: 1.500 euro (il 15% di 14.000 euro)

  1. aggiunta di un codice ateco afferente a un settore diverso: si dovrà applicare alle due differenti attività il coefficiente di redditività specifico, differenziando quindi i conteggi

ESEMPIO

Attività primaria e attività secondaria con lo diverso coefficiente di redditività
Coefficiente di redditività attività primaria: 67%
Coefficiente di redditività attività secondaria: 40%

Ricavi dell’attività primaria: 25.000 euro
Ricavi dell’attività secondaria: 10.000 euro

Reddito imponibile attività primaria: 16.750 euro (il 67% di 25.000 euro)
Reddito imponibile attività secondaria: 4.000 euro (il 40% di 10.000 euro)

Imposta sostitutiva attività primaria al 15%: 2.512,50 euro (il 15% di 16.750 euro)

Imposta sostitutiva attività secondaria al 15%: 600 euro (il 15% di 4.000 euro)
Totale imposta sostitutiva: 3.112,50 euro

NOTA BENE: a prescindere dal numero di codici ateco legati a una partita IVA, il limite dei ricavi da rispettare per rimanere nel Regime Forfettario è e sarà comunque 65.000 euro.

I contributi per chi possiede due o più codici ateco

La convivenza di due o più codici ateco in un’unica partita iva è fattibile e garantisce la possibilità di svolgere una doppia attività. Essa non implica l’iscrizione a due differenti gestioni previdenziali e al relativo pagamento di doppi contributi.
Il titolare della partita iva, infatti, è tenuto a iscriversi esclusivamente alla gestione previdenziale di riferimento per l’attività primaria.

ATTENZIONE: svolgere contemporaneamente attività imprenditoriale per la quale è richiesta l’iscrizione alla Gestione INPS Artigiani e Commercianti, e una libera professione per la quale è richiesta l’iscrizione alla Gestione Separata, il versamento dei contributi sarà doppio. Se per la libera professione è richiesta, invece, l’iscrizione a una cassa previdenziale dedicata, si dovrà fare riferimento al regolamento interno della suddetta.

Se hai domande puoi richiedere la nostra consulenza Skype. Ti risponderanno i nostri Professionisti, dissipando i tuoi dubbi e fornendoti consigli preziosi.

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4 commenti

  • Luca

    Mi sembra fuorviante dire che ” svolgere contemporaneamente attività imprenditoriale per la quale è richiesta l’iscrizione alla Gestione INPS Artigiani e Commercianti, e una libera professione per la quale è richiesta l’iscrizione alla Gestione Separata, il versamento dei contributi sarà doppio.”
    Non dovrebbe essere che: verranno pagati i contributi INPS Artigiani e Commercianti per il volume di affari generato dalla attività imprenditoriale (seguendo il codice ateco relativo) e pagati pagati i contributi INPS Gestione Separata per il volume di affari generato dalla attività professionale…
    Per come avete scritto voi sembra che si paghino entrambe le gestioni INPS sul totale del volume d’affari a prescindere dall’attività svolta, che non mi sembra corretto, o sbaglio?

  • Mario

    Buongiorno,
    sto cercando di capire se, un professionista P.IVA individuale con codice attività principale che prevede l’ iscrizione a cassa previdenziale dedicata (ad esempio Inarcassa) debba iscriversi anche alla Gestione separata INPS nel caso aggiunga un secondo codice attività (ad esempio 74.20.19) che (se esercitato esclusivamente) lo richiederebbe.

    Ho chiesto informazioni ad Inarcassa della mia città e mi hanno detto che, per quanto riguarda loro, nulla osta all’ aggiunta di codici attività “non coperti da loro”.

    – Anche nel caso da me descritto vale ” Il titolare della partita iva, infatti, è tenuto a iscriversi esclusivamente alla gestione previdenziale di riferimento per l’attività primaria. ” ?
    – Oppure è un caso particolare nel quale non vale?
    – Nel caso non valesse, l’ iscrizione alla Gestione separata INPS come avverrebbe?
    – La fatturazione per prestazioni effettuate per il secondo codice attività come vanno gestite dal punto di vista contributivo, ad esempio per regime forfettario?

    Grazie per una risposta, che penso completerebbe il vostro utile articolo.

  • Michael Maria Manolo

    Spettabile il commercialista on line sono Michael Manolo Russo, le scrivo la seguente dopo aver letto attentamente l’articolo da voi trasmesso in riferimento ad UTILIZZO DI DOPPIO CODICE ATECO. Sono prossimo ad aprire una partita iva a regime forfettario, rendo noto che e’ stata promulgata recentemente una LEGGE nella quale consente alle partite iva a regime forfettario in fase di apertura , di poter pagare la tassazione irpef pari a quota 5% per i primi 5 anni di attivita’. Ovviamente la legge consente tale regime agevolato anche per coloro che usufruiscono di DOPPIO CODICE ATECO. Le ho trasmesso questa precisazione in virtu’ del fatto che nell’articolo da voi inviato in riferimento a partite iva a regime forfettario . con doppio codice ateco, in fase di apertura, E’ TRASCRITTO ERRONEAMENTE CHE LA QUOTA DI TASSAZIONE IRPEF E’ PARI AL 15 % INDIPENDENTEMENTE DAL COEFFICIENTE DI REDDITIVITA’. Cortesemente attendo vostre risposte esaustive a tal riguardo. Porgo distinti saluti.

    • Dott.ssa Michela Vernieri Cotugno

      Salve Michael e benvenuto.
      Nell’articolo è riportato un caso pratico di una partita iva con due attività rientranti nello stesso gruppo e pertanto aventi lo stesso coefficiente di redditività.
      Cordialità

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