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Maternità libere professioniste: cosa c'è da sapere

Maternità libere professioniste: cosa c’è da sapere

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Sommario

Maternità libere professioniste iscritte alla gestione separata o iscritte a una cassa: ecco i dettagli!

In tanti credono che in quanto lavoratori autonomi non abbiano diritto all’indennità di maternità. E molto spesso in tanti non rinunciano al lavoro dipendente proprio per non perdere i diritti e le tutele a questi spettanti. Tra questi diritti di particolare importanza è la maternità, ovvero il periodo di astensione obbligatorio indennizzato dal lavoro spettante ai genitori.

Contrariamente a quanto si pensa, anche al lavoratore autonomo spetta un’indennità economica a titolo di maternità / paternità, anche se trattasi di un diritto diverso da quello riservato alle lavoratrici dipendenti. Vediamo come funziona.

La maternità per il lavoratore autonomo

Come anticipato in premessa, il congedo parentale, o astensione obbligatoria per maternità, è il periodo di astensione dal lavoro indennizzato riconosciuto alla madre lavoratrice per prendersi cura del proprio bambino nei primi anni di vita. Tale congedo è riconosciuto anche in caso di adozione e prevede un’indennità economica.

La tutela per la maternità delle lavoratrici autonome è stata rafforzata dal Jobs Act. Trattasi di un diritto che non si perde anche quando non ci si astiene effettivamente dal lavoro.

Vediamo nel dettaglio come funziona la maternità per una libera professionista con cassa, la maternità libere professioniste senza cassa e la maternità per le donne imprenditrici.

La maternità per le libere professioniste con cassa

La libera professionista iscritta a una cassa di previdenza (come per esempio un’avvocato, commercialista, ingegnere, etc.) ha diritto all’indennità di maternità per il periodo di astensione obbligatoria. L’indennità è erogata direttamente dalle Casse di previdenza e assistenza, a seconda dell’ordine di appartenenza (ad esempio Cassa nazionale del Notariato, Cassa Forense, Enpam, Inarcassa, etc.).

L’indennità spetta per i due mesi antecedenti alla data del parto e per i tre mesi successivi alla data effettiva dello stesso. La legge di bilancio 2019 ha introdotto la facoltà di chiedere la flessibilità. Infatti, la professionista può fruire della maternità anche nei 5 mesi successivi al parto.

La prestazione è dovuta anche quando non si verifica un’effettiva astensione dal lavoro. A tale proposito, la Corte Costituzionale ha stabilito che la tutela della salute della madre e del bambino è compatibile con la contemporanea cura degli interessi professionali. In buona sostanza, è possibile lavorare in proprio senza pregiudicare la condizione della madre e del figlio, o dei figli.

Per ottenere l’indennità di maternità è necessario presentare la domanda alla cassa di appartenenza, a partire dal sesto mese di gravidanza ed entro il termine perentorio di 180 giorni dal parto (ogni gestione previdenziale può prevedere, comunque, termini differenti).

Calcolo dell’indennità di maternità

L’indennità è pari all’80% dei compensi professionali dichiarati nell’anno precedente l’evento, commisurata su 5 mesi (quindi 5/12 dell’80% del reddito dell’anno precedente).

È comunque previsto un importo minimo, per le professioniste con un volume di affari basso. In questo caso, l’indennità di maternità sarà commisurata all’80% di 5 mesi del salario minimo giornaliero previsto dalla legge per la qualifica di impiegato.

Maternità libere professioniste libere iscritte alla Gestione Separata

Anche per le professioniste cosiddette “senza cassa”, iscritte all’Inps Gestione Separata, è prevista un’indennità di maternità. L’indennità spetta per i due mesi precedenti e i tre successivi alla data effettiva del parto.

È necessario che la professionista possieda almeno 3 mesi di contributi versati nei 12 mesi precedenti: in pratica, deve possedere contributi almeno pari a 1.020,96 euro, importo che corrisponde al versamento di 340,32 euro per 3 mesi, poiché l’aliquota contributiva è del 25,72% ed il minimale 2019 è di 15.878 euro.

L’indennità è pagata dall’Inps, previa domanda, da inoltrare in via telematica. La domanda può essere inoltrata tramite sito web o contact center dell’Inps, quando è stato richiesto il Pin. In alternativa, tramite patronato. La domanda deve essere inviata entro un anno dall’evento, pena la perdita dell’indennità.

Calcolo dell’indennità di maternità libere professioniste

L’importo giornaliero dell’indennità si calcola considerando il reddito imponibile dei 12 mesi precedenti, risultante dai versamenti effettuati. Tale importo deve essere diviso per 365 e moltiplicato per 0,80.

L’importo ottenuto corrisponde all’indennità giornaliera da moltiplicare per il numero di giornate indennizzate in 5 mensilità.

Maternità per le imprenditrici

L’indennità di maternità è riconosciuta anche alle donne imprenditrici iscritte alla Gestione Inps artigiani e commercianti, alle coltivatrici dirette, colone, mezzadre, imprenditrici agricole professionali, nonché alle pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne, in regola con il versamento dei contributi anche nei mesi compresi nel periodo di maternità.

Anche in questo caso, l’indennità è pagata dall’Inps, previa domanda della lavoratrice, da inoltrare in via telematica (la domanda può essere fatta tramite contact center o sito web dell’Inps, se si possiede il Pin, diversamente tramite patronato); l’istanza deve essere inviata entro un anno dall’evento.

Il diritto all’indennità si prescrive nel termine di un anno dalla fine del teorico periodo indennizzabile di maternità/paternità. Per interrompere la prescrizione è necessario che gli interessati presentino all’Inps, prima dello scadere dell’anno, domanda scritta per ottenere il sussidio.

Calcolo dell’indennità di maternità imprenditrici

Per le artigiane e le commercianti l’importo giornaliero dell’indennità è pari all’80% della retribuzione giornaliera stabilita annualmente dalla legge per il tipo di attività svolta.

In caso di interruzione di gravidanza oltre il terzo mese, è corrisposta un’indennità per un periodo di trenta giorni.

Adozione e affidamento

Sia per le libere professioniste iscritte agli ordini, sia per coloro che sono iscritte alla gestione separata, per le autonome e le imprenditrici, l’indennità spetta anche in caso di adozione o affidamento.
Inoltre, la prestazione spetta al padre in caso di morte o di grave infermità della madre o di abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino.

La maternità è tassata?

Purtroppo si! Infatti, secondo il TUIR, l’indennità di maternità percepita rappresenta un reddito di lavoro autonomo da dichiarare nel modello redditi dell’anno successivo.

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1 commento

  • Martina

    Buongiorno,
    Non ho capito bene la questione “richiesta entro un anno dall’evento”. Significa ancora prima di essere incinta, quindi?

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