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FRINGE BENEFIT

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Che cosa sono e come funzionano i fringe benefit?

SOMMARIO

Le aziende, piccole o grandi che siano, utilizzano i fringe benefit come integrazione al reddito dei lavoratori dipendenti. Si tratta di un bonus welfare erogato per mezzo di beni e servizi, non necessariamente in denaro.
Lato lavoratore, i fringe benefit rappresentano un maggiore potere d’acquisto e una maggiore motivazione e soddisfazione. Lato impresa, i fringe benefit sono lo strumento perfetto per fidelizzare la forza lavoro avendo contestualmente un beneficio fiscale.

Entriamo nel dettaglio per capire meglio cosa sono e come funzionano.

Che cosa sono i fringe benefit?

Fringe Benefit deriva dall’inglese e significa letteralmente beneficio accessorio. Di fatto si tratta di compensi in natura perché non sono erogati sotto forma di denaro, ma attraverso beni o servizi. Essi vengono concessi dall’azienda al lavoratore dipendente, oltre la consueta retribuzione. Generalmente, i fringe benefit sono rappresentati dal pc, dallo smartphone aziendale, dal tablet, dall’affitto dell’abitazione (specie per i lavoratori fuori sede), dall’auto aziendale, dai buoni carburante, dai buoni pasto o dai buoni acquisto.

Welfare e incentivi fiscali

I principali bonus welfare impiegati dalle imprese a favore dei lavoratori dipendenti sono:

  • auto aziendali
  • pc, tablet, smartphone
  • prestiti agevolati personalizzati
  • buoni acquisto, voucher, buoni pasto e regalo
  • borse di studio e incentivi scolastici

Ogni anno la normativa che regola le agevolazioni fiscali per imprese e dipendenti sono soggette a revisione. Ecco perché è fondamentale restare aggiornati e affidarsi a una figura professionale di fiducia in grado di consigliare e non far perdere gli sgravi fiscali previsti.

La Legge di Bilancio 2022, per esempio, ha stabilito che per quest’anno, la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit sia pari a 258,23 euro. Di fatto tale limite è stato notevolmente ridotto rispetto ai due anni precedenti, quando corrispondeva a 516,46 euro. Questo significa che i fringe benefit erogati dalle imprese non saranno tassati se il loro valore sarà uguale o inferiore a 258,23 euro.

Lato lavoratore, i fringe benefit non concorrono alla formazione del reddito da lavoro e sono soggetti alla tassazione IRPEF e ai contributi INPS solo per il valore eccedente i 258,23 euro. In busta paga, la voce relativa ai fringe benefit è riportata come compenso in natura.

Fringe Benefit e Flexible Benefit: qual è la differenza?

Anche se spesso vengono semplicemente chiamati fringe benefit, occorre fare una distinzione con i flexible benefit. Entrambi sono considerati “compensi in natura” perché non sono erogati sotto forma di denaro, bensì attraverso beni o servizi, ma analizzando disciplina, tassazione e funzione, la distinzione è netta.

I fringe benefit dipendono dalla mansione del dipendente e sono funzionali nell’agevolazione del suo lavoro. Di norma sono disciplinati nel contratto individuale stipulato, concorrono a formare il reddito e sono tassati quando il valore complessivo è superiore a 258,23 euro.

I flexible benefit, invece, sono beni o servizi legati alla vita personale del lavoratore dipendente e del suo nucleo familiare. Il loro scopo è quello di favorire la conciliazione degli impegni lavorativi con quelli della vita privata. Ne sono un esempio l’assistenza sanitaria, la pensione integrativa, le borse di studio. I flexible sono disciplinati da specifici accordi bilaterali o regolamenti aziendali e sono esenti dal pagamento di tasse e contributi.

Che differenza c’è tra welfare è fringe benefit?

Il welfare aziendale è un insieme di misure e servizi che un’azienda mette a disposizione dei dipendenti per migliorarne il benessere, sia personale che familiare. Può includere servizi come asili nido convenzionati, corsi di formazione, polizze sanitarie, buoni per attività sportive o culturali. L’obiettivo principale è favorire la qualità della vita e la conciliazione tra lavoro e vita privata.
I fringe benefit, invece, sono beni o servizi che il datore di lavoro riconosce al dipendente come parte della retribuzione in natura. Rientrano in questa categoria, ad esempio, l’auto aziendale ad uso promiscuo, i buoni carburante, l’alloggio o l’utilizzo di dispositivi elettronici.
👉 In sintesi: il welfare ha un respiro più ampio e si concentra sul benessere complessivo, mentre i fringe benefit sono vantaggi economici immediati che integrano lo stipendio. Entrambi, se ben gestiti, possono ridurre il carico fiscale e contributivo sia per l’azienda sia per i lavoratori.

Come funziona la tassazione del fringe benefit?

La tassazione dei fringe benefit in Italia si basa sull’articolo 51 del TUIR e sulle soglie di esenzione aggiornate al 2025 ovvero nessuna tassazione:
➡️ fino a 1.000 € annui per tutti i lavoratori dipendenti;
➡️ fino a 2.000 € annui per i lavoratori con figli fiscalmente a carico;
➡️ fino a 5.000 € annui per i neoassunti con contratto a tempo indeterminato nel 2025, a condizione che il reddito del 2024 fosse inferiore a 35.000 € e che la residenza sia stata trasferita di oltre 100 km per motivi di lavoro.
Se il valore totale dei fringe benefit supera la soglia prevista, l’intero importo diventa imponibile ai fini IRPEF e contributivi. Non si utilizza una franchigia: non è tassata soltanto la parte eccedente, ma l’intera somma. Per approfondire consulta il nostro post di approfondimento sulla 👉 tassazione fringe benefit

Come funziona il fringe benefit in busta paga?

Il fringe benefit compare in busta paga come una voce aggiuntiva della retribuzione in natura. Non si traduce in denaro liquido, ma viene valorizzato fiscalmente in base al bene o al servizio che il dipendente riceve (ad esempio un’auto aziendale, buoni spesa o rimborsi bollette).
Se il totale dei fringe benefit ricevuti durante l’anno rimane entro la soglia di esenzione prevista dalla legge, l’importo riportato in busta paga è indicato solo a titolo informativo e non subisce trattenute fiscali o contributive.
Se invece la soglia viene superata, l’intero valore dei benefit diventa imponibile: viene sommato allo stipendio lordo e su di esso si calcolano sia l’IRPEF sia i contributi previdenziali. In questo caso, il dipendente vedrà un aumento del reddito imponibile in busta paga e quindi un prelievo maggiore.
🔎 In pratica, la busta paga serve a documentare il valore dei fringe benefit e a regolare correttamente la loro tassazione.

Come può un’azienda SRL utilizzare i fringe benefit in maniera ottimale?

Per una Società a responsabilità limitata (SRL), i fringe benefit rappresentano strumenti di welfare aziendale strategici, che combinano incentivi per i dipendenti con vantaggi fiscali per l’impresa. Secondo la guida aggiornata per il 2025:
Le SRL possono offrire auto aziendali, buoni pasto, assicurazioni sanitarie, alloggi, abbonamenti a palestre, formazione professionale e altri servizi come parte della retribuzione in natura
Per approfondire ulteriormente e ottenere indicazioni pratiche su come valorizzare i fringe benefit nelle SRL, puoi consultare la guida completa: 👉 Fringe Benefit SRL: guida completa 2025

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