Il Commercialista Online

+39 3280224641

Fattura partita iva quando va emessa

Fattura: quando va emessa? Ecco una guida per i termini di emissione

SOMMARIO

Quando si avvia un nuovo business, l’emissione della “fattura PARTITA IVA” è l’elemento che suscita in genere maggiore incertezza. La prima domanda è spesso: “quando emettere fattura?”

Impariamo a conoscere meglio tempi e modi della “regina” dei documenti fiscali: la fattura partita IVA.

Cos’è la fattura partita iva?

Come ben sappiamo la fattura partita iva è quel documento fiscale con cui il titolare di partita IVA certifica una cessione di un bene mobile o immobile o la prestazione di un servizio, che permette di regolarizzare la propria posizione fiscale e da cui si evince la corretta determinazione dell’IVA che deve essere versata periodicamente.

Spesso ci viene chiesto: “Non ho partita IVA ma posso emettere una fattura?”

Senza partita IVA è possibile emettere solo una ricevuta per prestazione occasionale ma non la fattura. E per questo l’abbiamo chiamata fattura partita IVA. Leggi anche: Limiti prestazione occasionale: i dettagli per il 2019

Ma emettere fattura partita iva?

Il momento in cui occorre emettere fattura partita iva varia a seconda del soggetto che la emette e della tipologia di bene o servizio offerto. Come stabilito dall’art.6 del D.p.r. 633/1972 la fattura deve essere emessa nel momento in cui si effettua l’operazione, tuttavia a seconda della tipologia di operazione sono previste delle eccezioni riguardo al termine entro cui si è obbligati a emettere fattura, ovvero per le:

  • cessioni di beni immobili: fattura emessa al momento del trasferimento della proprietà del bene ceduto in quanto è alla stipula dell’atto di cessione che l’operazione si intende conclusa;
  • cessioni di beni mobili: fattura emessa al momento della consegna del bene o della sua spedizione poichè è irrilevante il momento in cui avviene la stipula del contratto:
  • prestazioni di servizi: fattura emessa al momento in cui l’acquirente paga il corrispettivo dovuto, in quanto l’operazione si considera conclusa in quel momento. La fattura dovrà essere emessa al massimo entro le 24 ore in cui è avvenuto il pagamento.

Come funziona la fattura differita?

L’art. 21 del DPR 633/1972 prevede la possibilità di posticipare l’emissione della fattura a un momento successivo per le cessioni effettuate nello stesso mese solare nei confronti del medesimo soggetto, a condizione che la fattura sia emessa entro il giorno 15 del mese successivo e riporti il dettaglio delle operazioni effettuate e che, per le cessioni di beni, la consegna o la spedizione risulti da un documento di trasporto idoneo a identificare i soggetti tra i quali è effettuata l’operazione.

La fattura differita può essere emessa anche per le prestazioni di servizi individuabili attraverso idonea documentazione, effettuate nello stesso mese solare nei confronti del medesimo soggetto, riportando sulla fattura il dettaglio delle singole operazioni.

Gli acconti vanno fatturati?

La risposta è affermativa e infatti, in caso di cessioni di beni, se il cliente effettua un pagamento anticipato prima del ricevimento della merce, è necessario emettere una fattura per l’importo incassato. Anche nel caso di prestazioni di servizi, occorrerà emettere la fattura entro le 24 ore successive al ricevimento dell’acconto.

Quando emettere fattura proforma?

La fattura proforma è simile ad una fattura ma senza alcun valore fiscale. Viene emessa dai professionisti per richiedere il pagamento al cliente, per rinviare al momento del pagamento l’emissione della fattura effettiva. I principali vantaggi sono i seguenti:

  • possibilità di modificare la proforma tutte le volte necessarie senza inficiare documenti fiscali già emessi;
  • possibilità di evitare il pagamento dell’IVA prima di aver ricevuto il relativo incasso.

Appena ricevuto il pagamento, entro le 24 ore successive, occorrerà procedere con l’emissione fattura. Per differenziare una fattura proforma da una fattura fiscale occorre indicare nel documento la dicitura “fattura proforma” con una numerazione distinta da quella utilizzata per le fatture di vendita. Infine, nella proforma occorre riportare la seguente dicitura:

“Il presente documento non costituisce fattura valida ai fini del DpR 633 26/10/1972 e successive modifiche. La fattura definitiva verrà emessa all’atto del pagamento del corrispettivo (articolo 6, comma 3, DpR 633/72).”

Leggi anche: Fattura Proforma: quando si emette?

Esonero emissione della fattura partita iva

In alcune fattispecie è previsto l’esonero dall’emissione della fattura partita iva ed è possibile certificare le operazioni con scontrino o ricevuta fiscale. Inoltre, l’obbligo di emissione della fattura non sussiste per le operazioni fuori campo IVA effettuate nel territorio dello Stato.

Le principali categorie di soggetti che sono esonerati dall’emissione della fattura sono:

  • Commercianti al minuto;
  • Altri soggetti, tipo banche, assicurazioni, aziende di credito, imprese assicuratrici, imprese che somministrano acqua, gas ecc., imprese che smaltiscono rifiuti ecc.

Quali sono le sanzioni applicabili?

Le sanzioni applicabili per errata fatturazione sono le seguenti:

  • Fatturazione omessa o infedele di operazioni imponibili: sanzione dal 100 al 200% dell’imposta non fatturata con un minimo di € 516. Per le irregolarità viene sanata prima della scadenza della dichiarazione annuale, la sanzione è pari al 10% dell’imposta – 1/10 del minimo – con minimo di € 51,60;
  • Fatturazione infedele o omessa di operazioni non imponibili o esenti: sanzione dal 5 al 10% del corrispettivo con un minimo di € 516 se rileva ai fini del reddito. Per gli errori sanati prima della scadenza di presentazione del modello Redditi, la sanzione è pari al 0,5% del corrispettivo – 1/10 del minimo – con minimo di € 51,60; se comunque non intralcia i controlli non viene irrogata nessuna sanzione;
  • Omessa o infedele fatturazione di operazioni non imponibili o esenti: sanzione da € 258 a € 2.065 se non rileva ai fini del reddito. Se l’irregolarità viene sanata entro il termine per la presentazione della dichiarazione annuale, la sanzione è pari ad € 25,80; se comunque non reca pregiudizio ai controlli non viene irrogata nessuna sanzione;
  • Fattura con dati inesatti riferiti alla identificazione delle parti: sanzione da € 258 a € 2065. Se si regolarizza prima della scadenza del modello Redditi, la sanzione è pari ad € 25,80; se comunque non reca pregiudizio ai controlli non viene irrogata nessuna sanzione.

Cerchi una soluzione valida, semplice e in regola per la fatturazione elettronica, scegli la nostra APP!