Negli ultimi anni i fringe benefit sono diventati uno degli strumenti più utilizzati dalle aziende per fidelizzare i dipendenti e rendere più competitivo il pacchetto retributivo. La novità principale del 2025 riguarda le nuove soglie di esenzione introdotte dalla Legge di Bilancio, che rendono questi strumenti ancora più vantaggiosi sia per i lavoratori che per le imprese.
Ma come funziona la tassazione dei fringe benefit? Quali sono le soglie da rispettare e come si calcola il valore imponibile? In questo articolo analizziamo il tema tassazione fringe benefit in modo chiaro, con esempi concreti e suggerimenti utili per capire come sfruttare al meglio questa opportunità.
Cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit sono compensi non monetari che un datore di lavoro mette a disposizione del dipendente, in aggiunta allo stipendio. Si tratta di beni, servizi o rimborsi che, in molti casi, hanno un valore anche dal punto di vista fiscale. L’obiettivo per l’azienda è duplice: da un lato accrescere il benessere dei dipendenti e migliorarne la motivazione, dall’altro contenere i costi del lavoro e gestire in modo più efficiente la retribuzione complessiva.
Tra i fringe benefit più diffusi troviamo:
- buoni pasto, carburante e gift card
- auto aziendale in uso promiscuo
- abbonamenti a trasporti pubblici o a servizi di mobilità sostenibile
- copertura di spese per formazione o corsi di aggiornamento
- benefit legati al benessere, come abbonamenti a palestre o piattaforme digitali
Si tratta di strumenti concreti che incidono sulla vita quotidiana del lavoratore e, allo stesso tempo, alleggeriscono il carico fiscale.
Tassazione fringe benefit: le novità
La disciplina di riferimento rimane l’articolo 51 del TUIR, ma la Legge di Bilancio 2025 ha ridefinito le soglie di esenzione. Queste soglie rappresentano il limite entro il quale i fringe benefit non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente e quindi non sono soggetti a IRPEF né a contributi.
I nuovi limiti sono i seguenti:
- fino a 1.000 euro annui per tutti i lavoratori dipendenti
- fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico, previa comunicazione al datore di lavoro del codice fiscale dei figli
- fino a 5.000 euro per i neoassunti a tempo indeterminato nel 2025, a condizione che abbiano avuto un reddito 2024 inferiore a 35.000 euro e che abbiano trasferito la residenza lavorativa oltre 100 km
ATTENZIONE: in aspetto importante da ricordare è che se il valore complessivo dei benefit supera la soglia prevista, l’intero importo diventa imponibile, non solo la parte eccedente. Questo rende fondamentale una gestione attenta da parte delle aziende.
Esempi pratici tassazione fringe benefit
Per chiarire meglio, ecco alcune situazioni realistiche:
- Caso 1: un lavoratore senza figli riceve una shopping card da 950 euro per l’anno. L’importo è interamente esente. Se invece ricevesse benefit per 1.050 euro, l’intero valore diventerebbe imponibile, non solo i 50 euro in più.
- Caso 2: una dipendente con due figli a carico ottiene buoni carburante e buoni spesa per un totale di 1.900 euro. La somma rientra nel limite dei 2.000 euro ed è quindi esente. Se però il valore salisse a 2.200 euro, tutti i 2.200 euro concorrerebbero a formare reddito.
- Caso 3: un neoassunto a tempo indeterminato nel 2025, con reddito 2024 inferiore a 35.000 euro e trasferimento da Milano a Torino, riceve benefit per 4.500 euro. In questo caso l’importo resta esente, poiché rientra nella soglia speciale di 5.000 euro.
Questi esempi dimostrano come sia importante monitorare attentamente il valore complessivo dei benefit erogati durante l’anno.
Auto aziendale: un caso particolare
Uno dei fringe benefit più rilevanti è l’auto aziendale concessa in uso promiscuo, ossia per motivi di lavoro e per esigenze personali del dipendente. In questo caso, il valore imponibile non viene determinato sul costo d’acquisto dell’auto ma secondo criteri convenzionali fissati dalle tabelle ACI.
Il calcolo prevede tre passaggi:
- individuare il costo chilometrico annuo del modello di auto
- moltiplicarlo per 15.000 km annui, considerati convenzionali
- applicare una percentuale in base al tipo di alimentazione:
- 10% per auto elettriche
- 20% per ibride plug-in
- 50% per auto a benzina, diesel e ibride non ricaricabili
ESEMPIO: se un’auto ibrida plug-in ha un costo ACI di 0,45 €/km, il calcolo sarà 0,45 × 15.000 = 6.750 € × 20% = 1.350 €. Questo valore, se non supera la soglia di esenzione prevista per il lavoratore, resta escluso da tassazione.
Vantaggi per le aziende
Per le imprese, i fringe benefit non sono soltanto un modo per migliorare il rapporto con i dipendenti. Ci sono anche vantaggi fiscali significativi:
- i costi sostenuti sono interamente deducibili dal reddito d’impresa, secondo l’articolo 95 del TUIR
- a differenza del welfare aziendale, i benefit possono essere attribuiti anche a un singolo dipendente, offrendo quindi grande flessibilità
- consentono di rendere più competitivo il pacchetto retributivo, migliorando l’attrattività aziendale e favorendo la retention
In un contesto di mercato in cui trattenere talenti è sempre più complesso, questo aspetto non è secondario.
Una leva fiscale da inserire in strategia
I fringe benefit non dovrebbero essere considerati un intervento isolato, ma parte di una strategia più ampia di pianificazione fiscale e retributiva. Se integrati correttamente con altri strumenti, consentono di ridurre il carico fiscale complessivo, liberare risorse e migliorare il clima aziendale.
Dal punto di vista pratico, il consiglio per le imprese è di valutare attentamente le soglie, individuare i benefit più utili per il proprio personale e inserire questi strumenti in un piano strutturato che tenga conto sia delle esigenze economiche sia della motivazione dei lavoratori.
Domande frequenti sulla tassazione fringe benefit
I fringe benefit sono sempre tassati?
No, entro le soglie di legge (1.000 o 2.000 euro, e in alcuni casi 5.000) non concorrono a formare reddito. Se si supera il limite, l’importo diventa interamente imponibile.
Come vengono indicati in busta paga?
I fringe benefit compaiono come compensi in natura. Se entro la soglia, non generano tasse né contributi; se oltre la soglia, sono assoggettati a IRPEF e contributi previdenziali.
Cosa cambia per le auto aziendali dal 2025?
Il valore tassabile dipende dal tipo di alimentazione e non più dalle emissioni di CO₂, con percentuali diverse a seconda che si tratti di auto elettriche, ibride o tradizionali.