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Regime Forfettario e Lavoro Dipendente

Regime Forfettario e Lavoro Dipendente

SOMMARIO

Convivenze felici e tassazioni al minimo: il caso ottimale dell’accoppiata Regime Forfettario e Lavoro Dipendente.

Signore e Signori ecco a voi la situazione ottimale, quella che in economia si definisce Ottimo di Pareto: lavoro dipendente e regime forfettario possono convivere molto felicemente.

Scopriamo insieme quali sono e tutti i vantaggi della convivenza regime forfettario e lavoro dipendente.

Lavoratore dipendente e partita IVA

Spesso, durante le nostre consulenze Skype, ci viene chiesto:

Posso aprire partita IVA per un’attività di lavoro autonomo anche se sono già lavoratore dipendente?”

La risposta a questa domanda è affermativa, ma con le dovute precisazioni del caso. Un lavoratore dipendente di azienda privata può aprire una partita IVA, mantenendo il proprio posto di lavoro purché non ci sia concorrenza tra le due attività. Inoltre, nel nel contratto di lavoro dipendente stipulato con il proprio datore di lavoro occorre che non ci siano divieti in tal senso.

In linea di principio non vige alcun obbligo di preventiva comunicazione al datore di lavoro. È, comunque, sempre opportuno informare l’azienda per evitare qualsiasi problema futuro o di incorrere in possibili cause di licenziamento per giusta causa.

Un dipendente pubblico può aprire partita IVA?

Diverso il caso in cui trattasi di un lavoratore dipendente full time del settore pubblico. In questo casi, vige l’obbligo di svolgere il proprio impiego in modo esclusivo per l’amministrazione da cui si dipende. Attenzione, perché la violazione del divieto di esclusiva può rappresentare una giusta causa di recesso o di decadenza dall’impiego.

Diverso il caso di un lavoratore dipendente del settore pubblico part time con un orario di lavoro inferiore al 50% di quello a tempo pieno. In questo caso non vale il principio di esclusività ed è possibile avviare un’attività di lavoro autonomo aprendo la partita IVA.
È, comunque, sempre consigliabile leggere attentamente il regolamento dell’ente pubblico e verificare che non ci siano dei divieti particolari.

Il dipendente pubblico può svolgere un incarico di tipo diverso e percepire quindi anche redditi da lavoro autonomo quando autorizzato dalla propria amministrazione a patto che:

  • trattasi di un incarico temporaneo e occasionale e non interferisca con gli interessi della pubblica amministrazione;
  • non vi sia un conflitto di interesse;
  • l’attività venga svolta al di fuori dell’orario di servizio.

Caso a parte per gli insegnanti. Essi, sia con contratto part-time che full-time, possono aprire partita IVA previa autorizzazione del Direttore didattico o del Preside. Quest’ultimo è tenuto a verificare la compatibilità della seconda attività con l’orario d’insegnamento e di servizio. Tuttavia gli insegnanti si trovano comunque in una situazione di incompatibilità con l’esercizio di un’attività commerciale o industriale.

Regime Forfettario: questa la soluzione

Una delle principali paure che attanaglia chi si trova ad aprire partita IVA, riguarda la paura delle spese molto elevate. Analizziamo insieme la situazione ottimale che si verifica quando un lavoratore dipendente apre la partita IVA adottando il regime forfettario.

Lavoratore dipendente e regime forfettario 2016

Possono accedere al nuovo regime forfettario 2016 coloro che, nell’anno di imposta precedente a quello di apertura di partita IVA, hanno percepito un reddito di lavoro dipendente e/o assimilati inferiore a € 30.000. Questo limite è stato introdotto dalla Legge di Stabilità 2016. Occorre, inoltre, avere e rispettare tutti gli altri requisiti del regime forfettario 2018.
Superata la soglia di € 30.000, il regime fiscale applicabile è solo quello ordinario.

Il citato limite non opera quando il rapporto di lavoro dipendente è cessato nel corso dell’anno precedente. Attenzione però! La circolare dell’Agenzia delle Entrate 10/E/2016 ha precisato che tale esonero non opera qualora nel medesimo anno sia stato percepito un reddito di pensione che, in quanto assimilato al reddito di lavoro dipendente, assume rilievo ai fini del raggiungimento della citata soglia. L’esonero non opera inoltre quando il contribuente abbia cessato il rapporto di lavoro dipendente, ma ne abbia intrapreso uno nuovo, ancora in essere al 31 dicembre.

Per un approfondimento sul regime forfettario 2016 requisiti consultare il post Partita IVA agevolata: cos’è e come funziona.

Lavoro dipendente e Regime forfettario 2019

I forfettari 2019, con le novità della legge di bilancio 2019, possono accedere al regime agevotato anche se hanno un reddito di lavoro dipedente superiore a € 30.000. Tale limite era riferito al reddito conseguito con l’attività di lavoro dipendente nell’anno precedente. Tuttavia è stata introdotta una nuova barriera all’ingresso. Infatti non possono adottare il regime forfettario coloro che nel biennio precedente erano assunti come dipendenti o collaboratori e che intendano svolgere l’attività d’impresa o professionale in maniera prevalente nei confronti del precedente datore di lavoro.

Perché il Regime Forfettario è la scelta migliore per un lavoratore dipendente?

Come noto, quando si adotta il regime forfettario non è possibile usufruire delle detrazioni e deduzioni previste per l’IRPEF. Unica eccezione è quella per i contribuenti che hanno, oltre il reddito di lavoro autonomo, anche altri redditi assoggettati a IRPEF, quali ad esempio redditi da lavoro dipendente.

In questo caso è possibile usufruire di tutti i vantaggi del regime forfettario senza perdere le deduzioni e detrazioni IRPEF. In tal caso il beneficio è doppio:

  • usufruire delle deduzione e detrazioni IRPEF con il reddito di lavoro dipendente
  • il reddito di lavoro dipendente non si cumula con il reddito di lavoro autonomo.

Per approfondire i vantaggi che rendono appetibile il regime forfettario anche nel 2018 leggere il post al seguente link: Regime Forfettario è boom: ecco perché.

I contributi INPS devono essere versati due volte?

Un altro aspetto molto importante per il lavoratore dipendente che apre partita IVA riguarda il versamento dei contributi INPS. In particolare ci si domanda quando occorre versare i contributi INPS per entrambe le attività (quella di lavoratore dipendente e quella di lavoratore autonomo). Non sempre i contributi previdenziali per il lavoratore dipendente che apre partita IVA devono essere versati due volte. Vediamo nel dettaglio.

Occorre innanzitutto stabilire se per esercitare l’attività di lavoro autonomo prescelta occorre iscriversi alla Gestione IVS per Commercianti ed Artigiani ovvero Gestione separata INPS. Occorre quindi stabilire se trattasi di ditta individuale o di libera professione. Si possono verificare le seguenti situazioni:

  • lavoratore dipendente che decide di aprire una partita IVA come libero professionista, che esercita una professione non protetta e per la quale deve iscriversi alla Gestione separata INPS. Si devono versare comunque i contributi previdenziali in maniera proporzionale anche se in maniera ridotta con un’aliquota pari al 24%.
  • lavoratore dipendente a tempo indeterminato full time (ovvero con un contratto part-time con attività prevalente) che decide di aprire partita IVA come ditta individuale. Fintanto che l’attività prevalente è quella di lavoro dipendente non si è tenuti all’iscrizione alla Gestione commercianti dell’INPS. La prevalenza va valutata sia in termini reddituali che di tempo (reddito annuo come lavoratore dipendente maggiore del reddito derivante dall’attività commerciale). Quando il requisito della prevalenza è rispettato non sono dovuti ulteriori contributi. Pertanto, si è esonerati dal versamento dei contributi fissi annui sul minimale pari ad € 3.600.
  • lavoratore dipendente che decide di aprire una partita IVA come professionista iscritto ad un albo o elenco professionale (avvocato, architetto, ingegnere, ecc.). In questo caso è necessario iscriversi alla propria Cassa previdenziale di appartenenza. Attenzione pero! Spesso però le casse di previdenza prevedono delle esclusioni o riduzioni degli importi da versare quando si svolge contemporaneamente un lavoro dipendente.

Per concludere

La situazione che determina il maggiore risparmio, in termini fiscali e contributivi, riguarda un lavoratore dipendente full time che decide di aprire partita IVA come ditta individuale in regime forfettario. Ad esempio un lavoratore dipendente che decide di avviare un’attività di e-Commerce adottando il regime forfettario. In questo caso, fintanto che l’attività prevalente resterà quella di lavoro dipendente, sarà esonerato dall’iscrizione alla Gestione commercianti dell’INPS. Non dovranno essere versati i contributi fissi annui sul minimale pari ad € 3.900. Infine, potrà eventualmente anche usufruire del regime forfettario al 5% oltre ad usufruire delle detrazioni e deduzioni IRPEF per il reddito di lavoro dipendente.