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Quale Regime Contabile Scegliere:

Regime Contabile: Quale scegliere?

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Sommario

L’adozione del Regime Contabile: ecco il primo vero passo obbligato di ogni attività d’impresa.

Il momento in cui si decide di avviare un’attività e aprire la partita IVA sembra essere per alcuni il punto di arrivo per una serie di decisioni, tuttavia non è così, ci aspetta infatti un’altra importante scelta ossia quale regime contabile adottare per la nostra attività.

Tipologie di regimi contabili

Dal 2018, nel nostro ordinamento saranno presenti quattro diversi regimi contabili, nel dettaglio:

  • Forfettario;
  • Semplificato;
  • Ordinario non IRI;
  • Ordinario IRI, la cui applicazione inizialmente prevista per il 2017 è stata rimandata;

Il regime dei minimi invece non è più accessibile dal 2016 ed è diventato di fatto un regime ad esaurimento, per cui bisognerà aspettare soltanto che decorreranno i termini per veder definitivamente scomparire tale regime agevolato.

Vediamo insieme le caratteristiche di questi regimi.

Regime fiscale agevolato per contribuenti forfettari

Il regime forfettario è rimasto l’unico regime agevolato a cui si accede in modo naturale se si rispettano i requisiti richiesti dalla normativa (per maggiori dettagli scarica il nostro ebook gratuito clicca qui).
Le principali caratteristiche di tale regime fiscale sono le seguenti:

  • calcolo del reddito imponibile in maniera forfettaria (non c’è la deduzione dei costi) applicando una percentuale, diversa a seconda del codice ATECO, al fatturato realizzato;
  • applicazione dell’Imposta sostitutiva del 5% per le nuove attività (15% per le partite IVA già esistenti);
  • esclusione dall’IVA che comporta da un lato la possibilità di emettere fatture senza l’applicazione dell’IVA, ma allo stesso tempo l’impossibilità di dedurre quella sostenuta per gli acquisti;
  • esenzione dall’IRAP e dagli studi di settore.

Per scoprire come fare il passaggio dal regime per i contribuenti minimi al regime forfettario leggi il nostro post al seguente link: Da regime dei minimi a forfettario. Ecco come.

Il regime contabile semplificato

Il regime semplificato è il regime delle imprese minori, ossia delle società di persone e delle persone fisiche che non hanno i requisiti per accedere al regime forfetario e che non hanno superato nell’anno precedente determinati volumi di ricavi, cioè:

  • € 400.000 per le prestazioni di servizi;
  • € 700.000 per le altre attività.

Dal 2017 il regime semplificato prevede l’applicazione del regime di cassa, per intenderci lo stesso previsto per i professionisti, e il cui reddito imponibile viene determinato considerando soltanto i ricavi effettivamente incassati al netto dei costi sostenuti e pagati.
Inoltre, essendo un regime semplificato, presenta meno adempimenti rispetto a quello ordinario, come ad esempio l’esonero dalla predisposizione del bilancio e dalla tenuta del libro giornale.

Il regime contabile ordinario

Il regime ordinario è quel regime obbligatorio per società di capitali, enti pubblici e privati, associazioni non riconosciute e consorzi che esercitano in via esclusiva o principale attività commerciale e per i soggetti che superano i limiti fissati per il regime semplificato.
I soggetti che adottano il regime ordinario sono tenuti a effettuare una serie di adempimenti (come bilancio d’esercizio, liquidazioni periodiche IVA e spesometro) e alla tenuta dei registri contabili come il libro giornale, i registri IVA e il registro dei beni ammortizzabili.
Accanto al tradizionale regime ordinario (o non IRI) è stata introdotta una nuova declinazione, il regime ordinario IRI, la cui applicazione è slittata al 2018 e che prevede l’applicazione dell’aliquota sul reddito imprenditoriale del 24% sugli utili non distribuiti anziché le aliquote previste in base allo scaglione IRPEF.

Quale regime contabile scegliere?

Non esiste un regime contabile migliore in assoluto in quanto bisogna considerare diversi fattori per valutarne la convenienza: è importante quindi scegliere quel regime contabile che meglio si adatta alla nostra situazione e che ci permette di massimizzare i nostri obiettivi evitando le spese non necessarie.
I fattori che maggiormente bisogna tenere in considerazione sono i seguenti:

  • tipologia di clienti: ad esempio se trattasi di privati o principalmente di enti pubblici in cui i tempi di pagamento spesso si allungano e potrebbe essere penalizzante scegliere un regime per competenza;
  • entità dei costi da sostenere, che possono incidere in misura rilevante sulla determinazione del reddito imponibile, per cui se si presume di sostenere molti costi non conviene adottare il regime forfetario;
  • il reddito di impresa che si presume di raggiungere;
  • entità delle rimanenze: come sappiamo infatti nel regime semplificato c’è l’addebito integrale delle rimanenze iniziali nel primo anno di applicazione senza possibilità di portarle in deduzione negli anni successivi.

Esempio – CASO REALE

E-commerce di vari prodotti con requisiti forfetari 5%

Fatturato: € 30.000 + IVA al 22% = € 36.600

Coefficiente di Redditività 40% – Limite di ricavi € 50.000

Costi di esercizio: € 19.000 di cui pagati € 15.000 + IVA 22% = € 18.300

Rimanenze finali: € 3.500

Regime agevolato forfettario

Reddito: € 36.600 x 40% = € 14.640

Imposta sostitutiva dovuta: € 732

INPS: €14.640 x 23,64% = € 3.460,90 – riduzione 35% = € 2.249,58

A queste imposte occorre aggiungere il guadagno netto derivante dall’esclusione dell’IVA e quindi derivante dal mancato versamento dell’IVA.

Regime semplificato

Reddito: € 30.000 – 15.0000 = € 15.000

IRPEF 23%: 3.450,00

IRAP 3,90%: € 78,00

INPS: € 3.546

Contributi e Imposte Totali: € 7.074 (oltre addizionali comunali e regionali all’IRPEF)

Regime Ordinario Soggetto IRPEF

Reddito: € 30.000 – 19.000 + 3.500 = € 14.500

IRPEF: 3.335

IRAP 3,90%: € 58,50

INPS: € 3.427,80

Imposte Totali e Contributi: € 6.821,30 (oltre addizionali all’IRPEF)

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