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Tutto su marchio aziendale e royalties: come proteggere e valorizzare il tuo brand

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Marchio aziendale e royalties: come valorizzare il tuo brand e ottimizzare il carico fiscale

SOMMARIO

Registrare un marchio aziendale non serve solo a proteggere il tuo brand: può diventare un vero e proprio strumento di guadagno. Grazie alla concessione in licenza d’uso e all’incasso di royalties, è possibile generare entrate e, in alcuni casi, ottenere vantaggi fiscali.

In questa guida ti spieghiamo:

  • Cos’è un marchio aziendale
  • Come funziona la licenza d’uso del marchio
  • Cosa sono le royalties e come vengono tassate
  • Quali strategie si possono adottare per proteggere e valorizzare il marchio

🔹Cos’è un marchio aziendale?

Il marchio è un segno distintivo che serve a identificare un’impresa, i suoi prodotti o servizi, e a distinguerli da quelli dei concorrenti. Può essere costituito da parole, loghi, simboli, nomi di fantasia, colori o suoni.

Tipologie di marchio:

  • Denominativo (solo parole, es. “Nike”)
  • Figurativo (solo immagine o logo)
  • Misto (combinazione di nome e logo)
  • Sonoro, tridimensionale o di colore (più rari)

A seconda se è avvenuta o meno la registrazionemarchio presso l’ ufficio preposto, il marchio aziendale può essere marchio di fatto o marchio registrato.

Il marchio registrato ha una tutela maggiore in quanto dotato di data certa. Per la tutela del marchio di fatto occorre dimostrare il preuso e la notorietà.

🔐 Perché registrare un marchio?

La registrazione del marchio presso l’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) conferisce al titolare diritti esclusivi per l’uso del marchio in relazione a specifici prodotti o servizi.

Vantaggi della registrazione marchio:

  • Tutela legale contro usi non autorizzati
  • Possibilità di cedere o concedere il marchio in licenza
  • Valorizzazione patrimoniale dell’impresa
  • Maggiore riconoscibilità sul mercato

Il marchio registrato gode di una tutela più ampia rispetto a un marchio di fatto. Inoltre, con la registrazione è possibile lo sfruttamento economico del marchio aziendale.

💼 Marchio e licenza d’uso: come funziona?

Una volta registrato, il marchio può essere concesso in licenza d’uso a soggetti terzi (ad esempio, a un’altra società controllata o partecipata, oppure a una ditta individuale collegata al titolare).

Questo avviene tramite un contratto di licenza, in cui il titolare del marchio autorizza un’altra impresa a utilizzarlo in cambio di un compenso, detto royalty.

💰 Cosa sono le royalties?

Le royalties sono i compensi periodici che l’impresa licenziataria corrisponde al titolare del marchio per il diritto d’uso. Possono essere fisse o calcolate in percentuale sul fatturato, sugli utili o su altri parametri.

📌 Esempio pratico:
Mario Rossi detiene il marchio registrato “GreenTech®” e lo concede in licenza alla sua SRL. La SRL paga a Mario una royalty annua pari al 5% del fatturato.

La tassazione dei diritti d’autore e delle royalties gode di un importante vantaggio fiscale: parziale detassazione della base imponibile. Infatti, solo il 75% dei compensi percepiti sono soggetti a IRPEF e in alcuni casi la base imponibile è del 60%.

Per approfondire l’argomento consultare i nostri post di approfondimento ai seguenti link: Il diritto d’autore e il trattamento fiscale delle royalties e Diritti d’autore 2019 e regime forfettario

I vantaggi della registrazione del marchio aziendale

Uno degli strumenti più importanti della pianificazione fiscale è, appunto, la concessione in uso di un proprio marchio a fronte delle royalties su questa licenza.

Infatti, in Italia esiste un vantaggio fiscale, ovvero un’agevolazione derivante dalla tassazione dei diritti d’autore e delle royalties. Trattasi della defiscalizzazione del 25% degli importi percepiti a titolo di royalties.

ESEMPIO
A fronte di 20.000 euro di royalties, l’importo tassato corrisponde a 15.000 euro con un risparmio d’imposta del 25%.

Vediamo di chiarire i vantaggi dello sfruttamento del marchio con un esempio pratico.

ESEMPIO PRATICO ROYALTIES MARCHIO AZIENDALE

Caio, proprietario del marchio Cola Cola, lo concede in uso alla società Beta. La società Beta pagherà a Caio le royalties per utilizzare il marchio in maniera esclusiva. Le royalties sono parzialmente detassate e in alcuni casi esenti dal versamento dei contributi INPS. Inoltre, quando la società Beta eroga le royalties trattiene una somma a titolo di ritenuta d’acconto su questi redditi, ritenuta che ridurrà ulteriormente l’IRPEF da pagare a saldo.

La società Beta, dal canto suo, eroga queste royalties, che sono integralmente deducibili, e che pertanto ridurranno la base imponibile IRES.

Si paga l’INPS sulle royalties?

Quando le royalties sono percepite da una persona fisica, non esercente attività di impresa o professionale, il reddito percepito non rileva ai fini previdenziali. Infatti, il titolare non si obbliga a compiere alcuna prestazione d’opera o di servizio, tantomeno alcuna “attività” e quindi egli non potrebbe essere qualificato, da parte dell’INPS, come lavoratore autonomo occasionale.

🧾 Tassazione delle royalties: cosa sapere

Il principale vantaggio dello sfruttamento del marchio aziendale deriva dalla parziale detassazione in capo alla persona fisica proprietaria del marchio e alla totale deducibilità delle royalties in capo all’utilizzatore del marchio. Tuttavia, l’errore è dietro l’angolo e bisogna sempre fare i conti con il fisco.

Prima di partire con la registrazione di un marchio è importante valutare la reale validità della posizione fiscale delle royalties sui marchi aziendali. Il tutto per evitare errori e problemi in fase di un eventuale accertamento fiscale.

Per chiarire meglio la problematica esaminiamo alcuni dei principali errori macroscopici.

Marchio già utilizzato gratuitamente

Spesso si procede alla registrazione di un marchio già esistente e sfruttato fino a quel momento in maniera del tutto gratuita. In questo caso, durante un controllo fiscale potrebbe facilmente emergere che l’azienda già utilizzava quel marchio e pertanto tutta la “costruzione fiscale” delle royalties e del relativo beneficio sul diritto d’autore verrebbe meno.

Deducibilità delle royalties e principio di inerenza

Deducibilità in capo a una società delle royalties e dei diritti d’autore pagati alla persona fisica titolare del brevetto o del marchio. Infatti, secondo “principio di inerenza”, ogni qual volta si voglia scaricare un costo, è necessario dimostrare in caso di controllo fiscale che quel costo è inerente alla reale attività svolta. In questo caso il problema dipende dal fatto che finché parliamo di marchi noti come ad esempio IKEA è semplice dimostrare che qualsiasi pezzetto di legno acquista un valore grazie al marchio e grazie al fatto che è distribuito nella rete di negozi del “brand”. In tal caso, infatti, il marchio è un fattore essenziale del processo di vendita, in grado di aumentare il valore del singolo pezzettino di legno. Questo maggior valore potrebbe diventare difficile da dimostrare in caso di aziende di piccole dimensioni dove occorre dimostrare che, grazie a quel preciso marchio, il prodotto venduto aumenta di valore sul mercato oppure che, quel determinato marchio o brevetto, permette l’aumento delle vendite.

Spese di pubblicità sostenute dall’utilizzatore

Spese di pubblicità a sostegno del marchio aziendale pagate interamente dalla società che ha contribuito a creare la reputazione del brand e non dal proprietario. In questo caso il marchio aziendale acquisisce importanza grazie ai costi sostenuti dalla società e non dalla persona fisica che ha effettuato la registrazione e che percepisce le royalties. A seguito di un eventuale controllo fiscale che accerti che tutte le fatture relative alla pubblicità del marchio sono a carico della società, sarà difficile scaricare i costi delle royalties.

Costi di sviluppo marchio aziendale sostenuti dalla società utilizzatrice

Registrazione di un marchio a titolo personale quando è stato sviluppato in un’altra azienda con i costi pagati dalla società.

⚖️ Tutela del marchio: evitare contestazioni

Il marchio deve essere:

  • Disponibile: non deve essere uguale o simile ad altri marchi già registrati
  • Lecito: non deve violare norme di legge o buon costume
  • Registrato correttamente: per classi di prodotti/servizi appropriati

📌 Consiglio pratico: Prima di registrare un marchio, verifica sul sito UIBM o tramite il tuo consulente se il nome è già in uso.

In conclusione

Il marchio aziendale rappresenta uno strumento utile alla pianificazione fiscale quando effettivamente ci sono tutti i presupposti per la registrazione del marchio e il relativo sfruttamento economico. Purtroppo, però, gli errori in questa materia possono costare cari e occorre prestare molta attenzione a non cadere in tentazione.

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Una risposta
  1. Una conferma.
    quindi se ho capito bene! Per poter usufruire l’agevolazione fiscale occorre necessariamente la registrazione del marchio!
    Ciò dovrebbe valere anche per “un programma per elaboratore, in qualsiasi forma espressi purché originali quale risultato di creazione intellettuale dell’autore”!
    Che sarebbe il mio caso! Altrimenti non posso cederlo a terzi in uso, e tantomeno usufruire l’agevolazione fiscale.

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