Negli ultimi anni, l’Italia ha affrontato il fenomeno della “fuga dei cervelli”, ovvero la migrazione all’estero di lavoratori altamente qualificati. Tutti in cerca di migliori opportunità professionali e fiscali. Tuttavia, il Governo ha intrapreso diverse iniziative per incentivare il ritorno di connazionali dall’estero, attraverso agevolazioni per i lavoratori impatriati. Vediamo quali sono queste misure e come funzionano nel 2023.
Requisiti per accedere alle agevolazioni per i lavoratori impatriati
In passato, le agevolazioni fiscali erano riservate a determinate categorie professionali, come professori, ricercatori e medici. Tuttavia, negli ultimi tempi, queste agevolazioni si sono estese a tutti i lavoratori, a patto che si rispettino alcuni requisiti. Ciò significa che operai, impiegati o lavoratori autonomi con partita IVA, che desiderano tornare a vivere e lavorare in Italia, possono beneficiare delle agevolazioni per i lavoratori impatriati.
Per accedere a tali agevolazioni, è necessario soddisfare i seguenti requisiti, come previsto dal D.lgs. 147/2015:
- Non essere stati residenti in Italia nei due anni precedenti al trasferimento
- Impegnarsi a risiedere fiscalmente in Italia per almeno 2 anni dopo il rimpatrio
- Svolgere prevalentemente l’attività lavorativa nel territorio italiano
Benefici delle agevolazioni per i lavoratori impatriati
Per i lavoratori che decidono di rientrare in Italia, esistono alcuni regimi fiscali agevolati. Questi sono finalizzati a facilitare il loro reinserimento nel Paese. Se si rispettano i requisiti sopra elencati, nel periodo d’imposta in cui si trasferisce la residenza e nei successivi 5 anni, il reddito di lavoro dipendente e autonomo prodotto in Italia concorreranno alla formazione del reddito complessivo nella percentuale del:
- 30% dell’ammontare, nella maggioranza dei casi
- 10% dell’ammontare, se la residenza è in una delle Zone Economiche Speciali, come: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia
NOTA BENE: se il lavoratore ha almeno un figlio minorenne a carico o diventa proprietario di almeno un immobile residenziale in Italia dopo il trasferimento o nei 12 mesi precedenti, potrà usufruire delle agevolazioni per altri 5 anni di periodi d’imposta.
Procedura per richiedere le agevolazioni
La richiesta delle agevolazioni per i lavoratori impatriati varia a seconda del tipo di lavoro svolto. Nel caso di un lavoratore dipendente, è necessario presentare una richiesta scritta al datore di lavoro utilizzando l’autocertificazione DPR 445/2000. La richiesta deve contenere le seguenti informazioni:
- Nome, cognome e data di nascita
- Codice fiscale
- Data di rientro in Italia
- Data della prima assunzione in Italia
- Dichiarazione del possesso dei requisiti per accedere alle agevolazioni
- Indicazione di residenza in Italia e impegno a comunicarne le variazioni
- Dichiarazione di non accedere a regimi fiscali similari
ATTENZIONE: Nel caso di proroga delle agevolazioni, è necessario presentare un’altra richiesta scritta al datore di lavoro, includendo i dati relativi all’unità immobiliare e alla composizione del nucleo familiare.
Per i lavoratori autonomi con partita IVA, l’accesso al regime agevolato può avvenire compilando direttamente la dichiarazione dei redditi o durante l’applicazione della ritenuta di acconto. Nella richiesta devono essere indicate le stesse informazioni precedentemente menzionate. Nel caso di proroga delle agevolazioni, è possibile presentare un’altra domanda.
Ricorda
Le agevolazioni per i lavoratori impatriati rappresentano un’opportunità per incentivare il ritorno di professionisti altamente qualificati in Italia. Per accedervi, è importante rispettare i requisiti stabiliti dalle normative vigenti e seguire la procedura corretta per richiederle. Prima di intraprendere questa scelta, ti consigliamo di consultare un esperto professionista che sia in grado di analizzare al TUA situazione e fornirti tutte le informazioni di cui necessiti per valutare questa importante scelta.