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decontribuzione sud 2025

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Decontribuzione Sud 2025: come funziona lo sgravio contributivo per le imprese del Mezzogiorno

SOMMARIO

La Legge di Bilancio ha confermato una delle misure più rilevanti per lo sviluppo economico e occupazionale del Mezzogiorno: la Decontribuzione Sud 2025. Lo sgravio contributivo a favore delle imprese meridionali è stato prorogato, ma con alcune modifiche rispetto agli anni precedenti che è importante conoscere.

L’obiettivo è sempre lo stesso: sostenere l’occupazione stabile e ridurre il costo del lavoro per incentivare nuove assunzioni e stabilizzazioni di contratti precari. Tuttavia, le regole cambiano in base all’anno e alla tipologia di impresa, con un decalage progressivo delle aliquote fino al 2029.

Questo articolo offre una panoramica completa su come funziona la Decontribuzione Sud 2025, chi può beneficiarne, quali sono i requisiti e in che modo si integra con altre agevolazioni.

Che cos’è la Decontribuzione Sud 2025

La Decontribuzione Sud è un’agevolazione contributiva riservata ai datori di lavoro privati che operano in specifiche regioni italiane considerate economicamente svantaggiate.

Le aree interessate sono:

  • Abruzzo
  • Basilicata
  • Calabria
  • Campania
  • Molise
  • Puglia
  • Sardegna
  • Sicilia

L’incentivo si traduce in una riduzione dei contributi previdenziali dovuti all’INPS per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, sia già in essere sia di nuova stipula. In altre parole, il datore di lavoro paga meno contributi, riducendo così il costo del lavoro e migliorando la sostenibilità delle assunzioni.

Le finalità della misura

Il legislatore ha deciso di rinnovare e rafforzare questo strumento perché il divario occupazionale tra Nord e Sud resta significativo. Le regioni meridionali, storicamente caratterizzate da minori tassi di occupazione e maggiore disoccupazione giovanile, hanno bisogno di politiche di sostegno mirate.

La Decontribuzione Sud 2025 risponde a più obiettivi:

  • incentivare le nuove assunzioni stabili in territori con forte disoccupazione
  • ridurre i costi per le imprese e rendere più sostenibile l’inserimento di nuove risorse
  • favorire la stabilizzazione dei contratti precari, trasformandoli in rapporti a tempo indeterminato
  • sostenere la competitività delle aziende meridionali, che spesso affrontano un mercato più debole

Come funziona la Decontribuzione Sud 2025

La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha prorogato la misura fino al 2029, introducendo un meccanismo di riduzione progressiva dello sgravio.

Per l’anno 2025 l’esonero è pari al 25% dei contributi dovuti, con un tetto massimo di 145 euro al mese per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2024.

Negli anni successivi è previsto un graduale abbassamento dell’incentivo:

  • 2026: aliquota agevolata al 20%, massimo 125 euro mensili
  • 2027: 20% con massimo 125 euro (per i primi due anni)
  • 2028: 20% con massimo 100 euro mensili
  • 2029: aliquota agevolata al 15%, massimo 75 euro mensili

L’incentivo vale sia per i rapporti già in essere sia per nuove assunzioni e trasformazioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.

Chi sono i destinatari

Possono accedere al beneficio:

  • datori di lavoro privati fino a 250 dipendenti, con sede legale o operativa nelle regioni ammesse
  • agenzie per il lavoro, se assumono a tempo indeterminato lavoratori da somministrare ad aziende che applicano la Decontribuzione
  • imprese con più di 250 dipendenti, purché dimostrino un incremento occupazionale netto al 31 dicembre di ciascun anno

Sono invece esclusi:

  • rapporti di apprendistato
  • enti pubblici economici
  • istituti autonomi case popolari trasformati in enti pubblici economici
  • altri casi particolari previsti dalla normativa

Requisiti generali

Per poter beneficiare della Decontribuzione Sud occorre rispettare:

  • regolarità contributiva (DURC)
  • contratti agevolabili solo a tempo indeterminato
  • compatibilità con la normativa UE sugli aiuti di Stato, in particolare i limiti del regolamento de minimis

Le novità della proroga

Rispetto agli anni precedenti, il 2025 porta con sé alcune modifiche importanti:

  • la percentuale di sgravio non è più piena ma decrescente
  • oer le grandi imprese è obbligatorio dimostrare incremento occupazionale netto
  • l’agevolazione è cumulabile con alcuni incentivi, come quelli per giovani under 36 e donne svantaggiate, ma non con le misure previste dal Decreto Coesione

Questa impostazione riflette la volontà di mantenere uno strumento utile alle imprese del Sud, ma in maniera più sostenibile per i conti pubblici e più mirata a incentivare davvero nuove assunzioni.

Modalità di fruizione

Lo sgravio si traduce in una riduzione diretta dei contributi INPS da versare.
La procedura prevede:

  1. presentazione della domanda sul portale INPS
  2. attesa della circolare attuativa e del via libera della Commissione UE
  3. applicazione dello sgravio direttamente nei versamenti mensili contributivi

NOTA BENE: l’azienda non riceve un rimborso ma versa semplicemente meno contributi a carico del datore di lavoro.

La cumulabilità con altri incentivi

Un tema molto importante è la possibilità di cumulare la Decontribuzione Sud 2025 con altre agevolazioni.
Le regole principali sono:

  • compatibilità con l’esonero under 36 e con quello per le donne svantaggiate, nei limiti della contribuzione dovuta
  • non cumulabile con gli incentivi del Decreto Coesione
  • in tutti i casi, non si può mai superare l’ammontare dei contributi complessivamente dovuti

Alcuni esempi pratici

  • Un’impresa in Calabria assume a tempo indeterminato un giovane under 36: beneficia sia della decontribuzione Sud sia dell’esonero totale previsto per i giovani, con un abbattimento quasi completo del costo contributivo.
  • Un’azienda in Sicilia stabilizza una lavoratrice disoccupata di lungo periodo: può cumulare lo sgravio per donne svantaggiate con quello previsto dalla Decontribuzione Sud, riducendo sensibilmente l’onere a proprio carico.

Casi particolari

La normativa specifica alcuni casi esclusi o particolari. Ad esempio, i rapporti di apprendistato non sono coperti dall’incentivo, così come gli enti pubblici economici. Anche gli istituti autonomi case popolari, trasformati in enti pubblici economici dalle leggi regionali, sono fuori dal perimetro di applicazione.
Per le imprese sopra i 250 dipendenti, invece, lo sgravio è accessibile solo dimostrando anno per anno un incremento occupazionale netto, calcolato al 31 dicembre.

Perché conviene alle imprese

La Decontribuzione Sud 2025 è uno strumento molto utilizzato perché garantisce:

  • riduzione immediata del costo del lavoro
  • maggiore competitività per le imprese del Sud
  • opportunità di stabilizzare lavoratori già impiegati con contratti precari
  • possibilità di cumulo con altri incentivi, rendendo ancora più conveniente l’assunzione

In un contesto di margini ridotti e alta pressione fiscale, si tratta di un’agevolazione che può davvero fare la differenza.

Le criticità

Non mancano però i punti critici:

  • l’effettiva operatività è subordinata al via libera della Commissione Europea
  • il decalage riduce progressivamente la convenienza economica per le aziende
  • per le grandi imprese, l’obbligo di dimostrare incremento occupazionale può diventare un limite

Sono aspetti che le imprese devono valutare attentamente insieme al proprio consulente.

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