Il 25 marzo è stato pubblicato in Gazzetta il D.Lgs. n. 32/2023 anche noto come DAC7. Si tratta di una nuova normativa europea che mira a combattere l’evasione fiscale legata al commercio online. Di fatto il DAC7 è attiva dal 1° luglio 2021, ma è stata ampliata e modificata con la nuova direttiva pubblicata qualche giorno fa. Vediamo insieme cosa è importante sapere.
Che cosa è il DAC7?
Quando si parla di DAC7 si fa riferimento alla disciplina che ha ad oggetto le procedure di scambio automatico di informazioni da parte dei gestori di piattaforme digitali. Lo scopo della normativa europea è limitare il più possibile l’evasione fiscale. Protagonisti di questa misura sono i gestori di piattaforme digitali che dal 1 gennaio 2023 hanno l’obbligo di raccogliere e verificare le informazioni legate ai venditori presenti sulla propria piattaforma. Le informazioni raccolte sono poi utilizzate per calcolare e verificare il volume di affari generati e favorire l’attività di accertamento fiscale da parte delle Autorità preposte.
Con la nuova direttiva europea, si è fatto un passo in avanti. Per chi guadagna online, infatti, la nuova direttiva DAC7 del 2023 comporta cambiamenti significativi.
Le piattaforme online hanno l’obbligo di raccogliere, ma anche inviare tutti i dati di tutti i venditori. Chi effettua vendite online a consumatori finali anche in altri Paesi dell’Unione Europea, ha l’obbligo di dichiarare e pagare l’IVA nel Paese in cui si trova il consumatore e condividere le informazioni dettagliate sulla relativa attività.
Quali sono i nuovi obblighi del DAC7?
Sono definiti gestori online tenuti al rispetto della nuova DAC7 le piattaforme che stipulano un contratto con dei venditori, al fine di mettere a loro a disposizione una piattaforma raggiungibile dagli utenti finali per vendere i propri prodotti e servizi (per esempio Vinted, Ebay, Amazon, Airbnb, Booking).
I gestori delle suddette piattaforme devono svolgere un’attività di adeguata verifica per distinguere i venditori inclusi nella verifica e quelli esclusi.
NOTA BENE: trattandosi di un obbligo, nel contratto tra la piattaforma e il venditore deve essere presente una clausola unilaterale per cui se le informazioni richieste non sono rese, il profilo account del venditore sarà chiuso con divieto di nuova iscrizione futura.
Venditori esclusi e inclusi
I gestori delle piattaforme non sono obbligati a richiedere e condividere i dati degli account venditore che hanno avuto meno di 30 transazioni e per le quali i corrispettivi versati non superano i 2.000 euro.
Vige, invece, l’obbligo di richiesta e invio delle informazioni, per gli account venditore che superano le 30 transazioni mediante la piattaforma e i 2.000 euro di ricavi.
Quali sono i dati da comunicare?
Le piattaforme online sono obbligate a raccogliere i dati di tutti gli account venditore siano essi persona fisica o entità giuridica. Di seguito i dettagli.
VENDITORE PERSONA FISICA | VENDITORE ENTITÀ GIURIDICA |
a) nome e cognome b) indirizzo principale c) eventuale NIF rilasciato al venditore, con l’indicazione del singolo Stato membro di rilascio e, in assenza di NIF, il luogo di nascita del venditore d) numero di partita IVA del venditore, se disponibile e) data di nascita | a) la ragione sociale b) l’indirizzo principale c) eventuale NIF rilasciato al venditore, con l’indicazione dello Stato membro di rilascio d) numero di partita IVA del venditore e) numero di registrazione dell’attività f) presenza eventuale di una stabile organizzazione tramite la quale sono svolte attività pertinenti nell’Unione, con l’indicazione dei singoli Stati membri in cui tale stabile organizzazione è ubicata |
La comunicazione dei dati deve essere fatta entro il 31 dicembre del periodo di riferimento. Solo per il 2023, tale termine è stato posticipato al 31 gennaio 2024.
DAC7: Quali sono le sanzioni?
Attenzione al non rispetto degli obblighi del DAC7.
L’omessa comunicazione all’Agenzia delle Entrate, infatti, può variare da un minimo di 3.000 euro a un massimo di 31.500 euro.
In caso di informazioni incomplete o inesatte, la sanzione varia da 1.000 euro a 10.500 euro.
Attenzione quindi a vendere online! Occorre conoscere bene le regole e gli obblighi e distinguere da attività sporadica ad attività continuativa che richiede quindi l’apertura della partita iva per non incorrere in inutili sanzioni!
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7 risposte
Perche prendersi al povero Cittadino che ricava 2000 euro l’anno (prima pero erano 3000 €) domani saranno 1000 € fino a che anche le Online dispariscano anche loro. Perche le piattaforme non sono loro obligate a sospendere il venditore che oltrepassa i limiti? E no ! perche in quel caso i governi non prenderebbero più il ricavato delle sanzioni. I stati farebbero meglio di occuparsi dei spacciatori di droga, quelli in più del guadagno che ricavano rovinano anche la gente.
Gentile Sig. Favero,
comprendiamo perfettamente il suo disappunto: per molti piccoli venditori occasionali le novità introdotte con la direttiva DAC7 rappresentano un ulteriore ostacolo in un contesto già complesso.
Tuttavia, le nuove regole non mirano a penalizzare i piccoli cittadini, ma a creare maggiore trasparenza fiscale nelle vendite online, in particolare per chi supera determinate soglie (attualmente 30 vendite annue o 2.000 euro di ricavi per piattaforma).
📌 Le piattaforme (come Vinted, eBay, Subito, ecc.) non sono tenute a bloccare le vendite, ma devono trasmettere i dati fiscali dei venditori che superano le soglie. Tocca poi al Fisco valutare se vi siano obblighi fiscali non rispettati.
🟡 La sanzione scatta solo in caso di omissioni o falsi dopo la segnalazione, non automaticamente per chi supera i 2.000 €.
Concordiamo che sarebbe utile prevedere maggiori tutele per i venditori non professionali, ma intanto è importante essere informati, per evitare brutte sorprese. Abbiamo approfondito tutti gli aspetti della DAC7 in questa guida:
👉 I nuovi obblighi per chi vende online: cosa cambia con la DAC7
Restiamo a disposizione se desidera un parere personalizzato sulla sua situazione.
Un cordiale saluto,
Il Commercialista Online
DAC7- Un Consiglio per i collezionisti di monete, francobolli, figurine Pokemon, orologi, Cartoline, ecc. ecc. piccoli appassionati di qualsiasi collezione non acquistate più niente, perche più tardi se come me avete speso durante 40 anni in collezione delle somme importanti vi sara impossibile cercare di rivenderle al contagocce. qualche esempio; uno vende in tre o quatrro mesi 4 banconote di 500 € a 650 € dal fatto que per un criterio qualunque avra oltrepassato presto i 2000 € con un beneficio netto di 600€. Uguale per le monete già difficile di vendere una serie di euro annuale se non a perdita. senza parlare del collezionista di Pokemon rimanere sotto una quantità massima di 29 vendit mi sembra veramente una missione impossibile. Senza parlare di francobolli. Allora per essere corto nel dibattito, un consiglio fermate tutte le collezioni tutte collezioni saranno una pure perdita economica per voi. Per di più i vostri discendenti parlatene non sono per niente interessati delle vostre passioni. Loro quello che interessa sono i contanti le carte di credito eventualmente il numero del vostro CC. Forse qualcuno pensera come me, altri per un piacere personale continueranno la loro collezione, ma dovete tenire conto che alla fine pochi usciranno vincenti nel tempo.
Gentile Carlo,
grazie per il suo contributo, molto interessante e concreto.
Ha perfettamente colto uno degli effetti collaterali del DAC7: chi vende online beni da collezione in modo continuativo — anche se per passione — può trovarsi a dover affrontare obblighi fiscali e segnalazioni alle autorità.
Anche se la motivazione è personale, ripetute vendite online (su eBay, Vinted, Subito, ecc.) possono far presumere un’attività commerciale.
👉 Per questo è fondamentale valutare:
se si supera la soglia dei 30 movimenti e/o 2.000 euro annui,
se si genera un guadagno sistematico (e quindi potenzialmente tassabile),
se si rientra nel perimetro del controllo automatico DAC7 da parte delle piattaforme.
📌 Le collezioni sono un patrimonio affettivo e storico, ma oggi — con i nuovi controlli — è importante agire con consapevolezza fiscale.
Se desidera un approfondimento specifico sul suo caso, siamo a disposizione per una consulenza personalizzata.
Un cordiale saluto,
Il Commercialista Online
Salve,
Da poco ho iniziato un’attività di rivendita online. Sto valutando l’apertura di una partita IVA per poter effettuare l’attività senza grossi problemi.
Avrei però bisogno di una consulenza su come poter organizzare il tutto.
Potreste indicarmi i vostri costi per una consulenza?
Grazie.
Salve Vincenzo,
benvenuto. La nostra consulenza costa 97 euro iva inclusa. Se dopo la consulenza, decide di affidare a noi la contabilità le pratiche per aprire la partita IVA SONO GRATIS!
Troverà tutte le info a cliccando qui.
In bocca al lupo ;)
Non è chiaro se le due condizioni debbano coesistere sempre o basta il superamento di una delle due.
Come funziona nel caso in cui si siano superate le 30 transazioni ma il totale resti al di sotto della soglia di € 2000?
Cosa accade se le transazioni sono solo 5 ma con queste ho già superato la soglia di € 2000?
Credo che ci sia bisogno di un chiarimento nazionale, ad oggi la norma è ambigua.