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Conto corrente dedicato per partita IVA: quando è obbligatorio?

SOMMARIO

In tanti ci chiedono se per i titolari di partita IVA avere un conto corrente dedicato all’attività sia obbligatorio o meno. La risposta è: NO, non è obbligatorio avere un conto corrente dedicato per un freelance.

O almeno, il conto corrente dedicato all’attività per i titolari di partita IVA non è obbligatorio fino a quando il fatturato annuo non supera i 400.000 euro.

Ma vediamo i vantaggi, i dettagli per i forfettari, se è possibile avere un conto corrente cointestato, come scegliere il miglior conto corrente e come funziona il conto corrente estero per i titolari di partita iva.

I freelance possono operare senza un conto bancario?

Sì: il conto corrente dedicato non è obbligatorio per i titolari di partita IVA. Però è altrettanto vero che un lavoratore autonomo ha necessità di un conto corrente anche personale e non intestato alla partita IVA.

È necessario, per esempio, per effettuare il pagamento telematico delle imposte e contributi tramite i modelli F24 o per ricevere i pagamenti dai clienti. E quindi, se è vero che la norma non impone l’apertura di un conto dedicato, sicuramente è altrettanto vero che per operare serenamente, è sicuramente necessario avere un conto corrente intestato al titolare di partita IVA, anche privato e non business.

ATTENZIONE: molte carte prepagate hanno un codice IBAN e assomigliano a un conto corrente, ma in realtà non lo sono e capita sovente che non sia possibile addebitare su queste carte i modelli F24 per pagare le imposte e i contributi.

Quali sono i vantaggi di un conto corrente separato anche ai fini fiscali?

Pur non esistendo attualmente una norma che obblighi un titolare di partita IVA ad aprire un conto corrente specifico per l’attività, avere un conto corrente separato presenta i suoi vantaggi. Permette infatti:

  • la gestione accurata delle finanze, consentendo un rigoroso controllo di ciascuna somma in entrata o in uscita
  • una netta separazione tra le spese relative all’attività professionale e quelle personali/familiari
  • in caso di verifica fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, la rappresentazione di una situazione chiara e verificabile senza far confusione con altre voci non direttamente afferenti la partita IVA
  • un minimo rischio di ricevere sanzioni per movimenti non giustificati (es. introiti non fatturati, dunque “a nero”)
  • di monitorare costantemente e senza troppe considerazioni l’andamento finanziario del proprio business

Con il regime forfettario occorre un conto corrente dedicato?

Neanche le partite IVA forfettarie devono avere un conto corrente dedicato all’attività. Tuttavia, il conto corrente separato resta consigliabile per i seguenti motivi:

  • separare le spese personali dalle entrate e uscite relative all’attività professionale e quindi per gestire in modo più agevole il cash flow dell’attività
  • gestione più “pulita” del conto corrente e più semplice da dimostrare entrate / uscite in caso di accertamenti

Posso avere un conto corrente cointestato per l’attività professionale?

Molto spesso ci viene chiesto se è possibile utilizzare un conto corrente cointestato con un’altra persona. Sarebbe consigliabile, per evitare possibili futuri problemi, non operare con conti correnti cointestati se si devono gestire entrate e uscite legate all’attività professionale. Potrebbe, infatti, verificarsi che il Fisco, sulla base di indagini finanziarie, emetta un avviso accertamento recuperando tutti i versamenti effettuati sul conto corrente cointestato.

In questo caso, l’onere della prova è a carico del contribuente che dovrà dimostrare la provenienza di ogni singolo versamento bancario.

Come scegliere il miglior conto corrente dedicato per i freelance?

Quando si apre un conto corrente bancario, al fine di optare per il migliore occorre considerare:

  • il costo mensile o trimestrale del canone di abbonamento e dei servizi connessi
  • i servizi offerti e compresi nel canone, e quelli opzionali (per esempio il costo della home banking è compreso?)

Sicuramente è preferibile compare i servizi offerti da più istituti per trovare il conto business più adatto alla propria attività, specie se si è freelance.

ATTENZIONE: quando si opta per un conto a zero spese, è necessario verificare quali siano i servizi compresi nel canone zero e quali con costi aggiuntivi.

Un professionista può utilizzare un conto corrente estero?

Molti titolari di partita IVA, soprattutto quelli che operano online, hanno l’esigenza di aprire un conto corrente all’estero. Capita sovente che alcune attività online vengano pagate in valute diverse dall’euro. In questo caso potrebbe essere meno oneroso aprire un conto corrente estero per incassare queste somme.

Nessun problema fiscale per la gestione di un conto all’estero. Infatti, un titolare di p. IVA italiana può liberamente decidere di operare anche solo con conti correnti esteri per incassare le proprie fatture. Ovviamente, occorrerà sempre tenere anche un conto corrente dedicato o meno purché italiano in quanto i pagamento fiscali, con modello F24 per imposte e contributi possono essere effettuati solo tramite un conto corrente italiano.

Quando si decide di aprire un conto corrente all’estero occorre considerare che:

  • tutti gli importi incassati sul conto corrente estero dovranno essere fatturati in Italia
  • al fine di adempiere agli obblighi connessi al monitoraggio fiscale di attività finanziarie detenute all’estero, occorrerà compilare il quadro RW del modello Redditi PF, e se necessario versare l’IVAFE (Imposta Patrimoniale sulle Attività Finanziarie Estere)

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