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Calcolo break even point

Calcolo break even point: definizione e funzionamento

SOMMARIO

Quanti prodotti devo vendere per pareggiare i costi? Quante prestazioni devo effettuare prima di iniziare a guadagnare? Cosa fare per il calcolo break even point?

Fondamentale per rispondere a queste domande è il calcolo Break Even Point, c.d. BEP o Punto di Pareggio. Trattasi del fatturato minimo che garantisce la copertura di tutti i costi assicurando un risultato almeno in pareggio.

Sono tante le aziende che non superano i 5 anni di vita proprio perchè non riescono a pareggiare i costi. Il calcolo break even point è di fondamentale importanza sia per prevenire una crisi e sia per avere una maggiore consapevolezza sull’andamento della propria attività. Purtroppo le operazioni di calcolo non sempre sono chiare. Trattasi di un dato fondamentale per le partite IVA che vogliono conoscere la propria situazione provando ad “aggiustare” i propri conti, ove possibile. Vediamo come procedere con il calcolo break even point.

Cos’è il Break Even Point?

In economia aziendale il break even point è un valore che indica la quantità, espressa in fatturato o volumi di produzione, necessario per coprire i costi sostenuti, al fine di chiudere il periodo di riferimento in pareggio e quindi senza utili o perdite. Più semplicemente è il punto in cui i ricavi sono uguali ai costi.

Con l’analisi del Break Even Point è possibile conoscere il numero di prodotti che è necessario vendere affinché i ricavi eguaglino i costi. Ovvero il numero di prestazioni che un professionista deve effettuare per non conseguire perdite.

Nel caso di un’azienda che produce un unico bene, il calcolo Break Even Point riguarda un solo prodotto. In uno studio di un professionista dove vengono eseguite prestazioni di diverso tipo, l’analisi del BEP potrebbe riguardare più servizi.

Dal break even point in poi, aumentando il fatturato, l’azienda o il professionista cominciano a produrre un valore aggiunto o utile.

Il punto di pareggio è il primo obiettivo da raggiungere quando si ha un’attività indipendente. Solo arrivati a quel punto non si avranno più perdite, tutti i costi risulteranno coperti e si cominceranno ad avere utili.

Calcolo Break Even Point

Il punto di pareggio o break even point si ottiene quando il fatturato aziendale eguaglia i costi totali.

La formula per il calcolo del break even point è la seguente:

CT o Costi Totali = RT o Ricavi Totali

dove i ricavi totali si calcolano moltiplicando il numero di prestazioni eseguite o di merci vendute (Q) per il prezzo di una singola prestazione o singolo bene (P V unitario).

Cosa sono i Costi Totali?

Qualsiasi titolare di partita IVA, ditta o libero professionista sostiene per la propria attività due tipi di costi:

  • Costi fissi ovvero i costi che non variano con l’aumento del fatturato e quindi dalle quantità di beni e/o servizi offerti
  • Costi Variabili ovvero i costi che dipendono in maniera più o meno proporzionale dal fatturato e quindi dalle quantità di servizi offerti o di beni ceduti

Ecco alcuni esempi di COSTI FISSI sia con fatturato pari a 0, sia con fatturato pari a 100.000:

  • Stipendi dei lavoratori dipendenti
  • Affitto
  • Spese per il commercialista
  • Ammortamenti
  • Leasing e noleggio macchinari
  • Utenze telefoniche e energetiche limitatamente alle spese fisse

I COSTI VARIABILI dipendono dalle unità produttive come per esempio:

  • Materie prime e Semilavorati
  • Consumo energetico
  • Trasporti e magazzino

ATTENZIONE: i costi fissi sono connessi a una determinata capacità produttiva e non restano sempre fissi. Infatti, quando aumenta la produzione o la vendita dell’azienda anche i costi fissi aumentano perché per esempio è necessario ulteriore personale o magazzino.

Come calcolare il Break Even Point

Per calcolare il break even point occorre identificare

  • i costi totali, ovvero costi fissi più costi variabili
  • le quantità di prodotti/servizio che devono essere venduti in un determinato arco temporale (normalmente un anno solare per raggiungere il punto di pareggio)
  • il prezzo unitario di vendita

La seguente tabella è utile ai fini del calcolo dei costi fissi inserendo le diverse voci di costo.

COSTI FISSIIMPORTO (Euro/anno)
Costi per il personale dipendente
Fitti passivi
Costi per manutenzioni
Utenze telefoniche, per energia, etc. (quota fissa)
Canoni di leasing
Oneri bancari
TOTALE COSTI FISSI

I costi variabili sono uguali al prodotto tra il costo variabile unitario della singola prestazione o del bene venduto e il numero di prestazioni / quantità di beni ceduti. La seguente tabella è utile ai fini del calcolo dei costi fissi inserendo le diverse voci di costo.

COSTI VARIABLINUMERO RISORSE NECESSARIECOSTO UNITARIO RISORSACOSTO TOTALE PER RISORSA
Materie prime


Semilavorati
Costo lavorazioni di terzi
Utenze


Mano opera

TOTALE COSTI VARIABILI


Considerando la complessità dell’argomento forniamo due esempi pratici utili per semplificare il calcolo break even point.

CASO PRATICO: calcolo del punto di pareggio economico – vendita merci

Ipotizziamo che i costi fissi di un’azienda siano pari a 15.000 euro, il prezzo di vendita di ciascun prodotto sia pari a 70 euro e che il costo variabile unitario per produrre un’unità del prodotto sia pari a 43 euro.

Per calcolare la quantità di merce venduta necessaria per arrivare al pareggio applichiamo la seguente formula:

Q*= C F / ( PV – CV) dove

Q* è la quantità necessaria per trovare il break even point

C F sono i costi fissi

P V è il prezzo di vendita unitario

C V è il costo variabile unitario.

Tornando al nostro esempio otteniamo che:

Q*= 15.000/ (70-43) = 556

Da questo deriva che la quantità di equilibrio (Q*) da produrre e vendere per pareggiare i costi totali e ricavi totali è costituita da 556 unità.

CASO PRATICO: calcolo del punto di pareggio economico – Professionista

Ipotizziamo un commercialista che ha un costo variabile unitario per un determinato tipo di prestazione (per esempio contabilità semplificata) pari a 20 euro oltre costi fissi unitari pari 70 euro.

Il MARGINE DI CONTRIBUZIONE UNITARIO è dato dal P V o prezzo di vendita unitario – C V costo variabile unitario

Nel nostro esempio avremo:

Margine di contribuzione unitario = 80 – 20= 60

Con questo dato è possibile determinare se un servizio sia vantaggioso o meno per il professionista. Infatti, da un punto di vista prettamente economico:

  • se una prestazione ha un margine di contribuzione minore di zero non dovrebbe mai essere eseguita perché dannosa per lo studio
  • quando una prestazione ha un margine di contribuzione maggiore di zero è vantaggiosa per lo studio e quindi deve essere eseguita

Una prestazione con margine di contribuzione positivo (economicamente vantaggiosa) potrebbe comunque avere un risultato economico complessivamente negativo. Infatti, tornando al nostro esempio, ipotizzando che lo studio abbia costi fissi per 10.500 euro con un numero di contabilità pari a 150 avrà costi fissi unitari pari a 70. E quindi il PROFITTO O PERDITA della singola contabilità è negativo e pari a 10 euro.

Un risultato economico negativo (- 10 euro) potrebbe indurre il professionista a considerare dannosa la prestazione, mentre il calcolo del margine di contribuzione gli suggerisce di considerarla vantaggiosa.

Per capire cosa fare è quindi necessario calcolare il fatturato minimo necessario per il pareggio ( break even point ), ovvero:

C F / P V – C V

E quindi tornando al nostro esempio

10.500 / 80 – 20 = 175 Numero minimo di contabilità semplificate necessarie per raggiungere il punto di pareggio.

Limiti del break even point

Vediamo ora quali sono i limiti connessi all’analisi del Break Even Point.

  • i costi e i ricavi non variano in modo lineare con le quantità prodotte. Ad esempio, se acquistiamo 10 unità di un determinato prodotto, otteniamo un certo prezzo; se invece acquistiamo 100 unità del prodotto, il prezzo di acquisto è sicuramente inferiore
  • la distinzione tra costi fissi e variabili spesso non è semplice: il costo del commercialista, per esempio, è fisso fino a un certo volume di affari o numero di documenti
  • nel calcolo non si considera il problema delle rimanenze presenti in qualsiasi azienda di produzione dove quasi mai la merce venduta è uguale alla merce prodotta
  • trattasi di un’analisi statica che non considera i flussi di cassa

Sebbene l’analisi del Break Even Point presenti dei limiti anche importanti, essa è comunque utile ai fini previsionali e può essere utilizzata per redigere il business plan.

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