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concordato preventivo biennale

Concordato Preventivo Biennale per le Partite IVA a partire dal 1° gennaio 2024

SOMMARIO

In ottemperanza alla legge delega sulla riforma fiscale, a partire dal 1° gennaio 2024, verrà istituito il concordato preventivo biennale per le Partite IVA. Ad annunciarlo, il Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, nel corso dello speciale Telefisco del 20 settembre 2023.

Funzionamento e vantaggi del concordato preventivo biennale

Questo meccanismo, che coinvolgerà circa 2,5 milioni di titolari di Partita IVA, è progettato per accelerare e attuare rapidamente le misure previste dalla legge delega sulla riforma fiscale. È essenziale sottolineare che tale iniziativa non costituirà una forma di condono, ma piuttosto una proposta avanzata dall’Agenzia delle Entrate, basata su dati da essa detenuti, allo scopo di definire in modo preventivo le imposte dovute.

Determinazione delle imposte

L’Agenzia delle Entrate elaborerà tale proposta mediante l’incrocio dei dati provenienti dalle proprie banche dati, incluse quelle relative agli ISA. Il piano preventivo biennale consentirà ai contribuenti di anticipare il calcolo delle imposte sui redditi e dell’IRAP. Un’operazione che richiederà un’analisi molto dettagliata, data la vastità dei dati a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria.

Coloro che aderiranno al concordato preventivo biennale per le Partite IVA conosceranno in anticipo l’ammontare delle imposte dovute per il 2024 e il 2025. Saranno irrilevanti eventuali fluttuazioni nei redditi, superiori o inferiori a quelli oggetto del concordato, mentre rimarrà obbligatorio rispettare gli obblighi contabili e dichiarativi.

Condizioni per le Partite IVA minori

Per le Partite IVA di dimensioni minori, il concordato preventivo biennale sarà regolato dai seguenti principi:

  1. l’accettazione da parte del contribuente, con una procedura semplificata di contraddittorio, della proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate per la definizione biennale della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP. Questa proposta potrà avvalersi anche di indicatori sintetici di affidabilità, come previsto da una norma introdotta al Senato.
  2. l’irrilevanza, ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP, dei contributi previdenziali obbligatori per eventuali variazioni significative dei redditi imponibili rispetto a quelli concordati, fermo restando l’adempimento degli obblighi contabili e dichiarativi
  3. l’applicazione delle regole ordinarie dell’IVA, incluse quelle relative alla trasmissione telematica dei corrispettivi e alla fatturazione elettronica.

Decadenza della proposta di concordato

La proposta di concordato perderà validità se, in seguito a un controllo fiscale, il titolare di Partita IVA non dimostrerà una corretta documentazione dei ricavi o compensi, anche per gli anni successivi, oppure se saranno riscontrate altre violazioni fiscali di rilevante entità. Si prevede, quindi, che le disposizioni attuative che entreranno in vigore a partire dal 2024 includeranno una definizione più precisa delle circostanze che comporteranno la revoca della proposta fiscale.

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