Il TAR del Lazio ha annullato la circolare del Ministero dell’Interno che vietava il check-in da remoto nelle strutture ricettive. Una decisione che cambia l’interpretazione operativa dell’articolo 109 del TULPS e apre a nuove modalità di identificazione degli ospiti.
Vediamo cosa prevede la normativa, cosa stabilisce la sentenza e come cambia la gestione del check-in da remoto per gli affitti brevi.
Cosa dice la legge sul check-in negli affitti brevi
Secondo l’articolo 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), i gestori di strutture ricettive devono comunicare all’autorità di pubblica sicurezza i dati anagrafici delle persone alloggiate.
Le modalità di comunicazione sono disciplinate dal decreto ministeriale del 7 gennaio 2013 (modificato nel 2021), che impone anche i tempi:
- entro 6 ore dall’arrivo, per soggiorni inferiori a 24 ore
- entro 24 ore, per soggiorni più lunghi
L’identificazione dell’ospite deve avvenire de visu, cioè con riconoscimento diretto da parte del gestore, a tutela della sicurezza pubblica.
Il divieto ministeriale al check-in da remoto
Nel novembre 2024, una circolare del Ministero dell’Interno ha vietato esplicitamente il check-in da remoto per affitti brevi, dichiarando non conformi alla legge l’uso di:
- Keybox (cassette di sicurezza per lasciare le chiavi)
- Codici di apertura automatizzati
- Sistemi di invio digitale dei documenti
Secondo il Ministero, questi strumenti scavalcano il controllo diretto dell’identità e non garantiscono la corrispondenza tra ospite e documento, come richiesto dalla normativa.
La sentenza del TAR del Lazio di maggio 2025
Con la sentenza n. 10210/2025, il TAR del Lazio ha annullato la circolare ministeriale. Il Tribunale ha riconosciuto che il divieto di check-in da remoto non ha fondamento normativo e introduce obblighi non previsti dalla legge.
Nel dettaglio, il TAR ha stabilito che:
- la circolare non si limita a interpretare la norma, ma ne modifica di fatto la portata
- la richiesta di riconoscimento fisico è sproporzionata rispetto agli obiettivi di sicurezza
- l’identificazione può avvenire anche tramite strumenti digitali affidabili, in linea con le tecnologie oggi disponibili
Le tecnologie già utilizzate per il check-in da remoto affitti brevi
Negli ultimi anni, molte strutture turistiche e property manager hanno adottato sistemi automatizzati di check-in da remoto che includono:
- verifica documenti tramite app
- riconoscimento facciale o biometrico
- video identificazione in tempo reale
- OTP e accesso tracciato tramite codici digitali
Questi strumenti sono considerati equivalenti ai sistemi di riconoscimento utilizzati nel banking, nel noleggio auto e nell’accesso ai servizi pubblici digitali.
La sentenza del TAR conferma che l’identificazione digitale può essere compatibile con gli obblighi previsti dalla legge, se garantisce la sicurezza richiesta.
Impatti operativi per chi gestisce affitti brevi
Alla luce della decisione del TAR, i gestori di affitti brevi possono tornare a utilizzare il check-in da remoto, ma con alcune accortezze:
- è fondamentale documentare l’avvenuta identificazione dell’ospite in modo sicuro e tracciabile
- restano validi i tempi di comunicazione obbligatoria dei dati tramite il portale Alloggiati Web
- l’uso di keybox e codici non è di per sé vietato, ma deve essere integrato con un sistema di riconoscimento attendibile
Check-in da remoto affitti brevi: cosa evitare
Anche se il check-in da remoto per affitti brevi non è più vietato in modo assoluto, ci sono pratiche che restano sconsigliate:
- utilizzo di locker su suolo pubblico o in aree comuni condominiali
- consegna delle chiavi a soggetti non identificati
- mancata registrazione tempestiva degli ospiti alla Questura
Le strutture che vogliono continuare a usare strumenti automatizzati devono farlo in conformità con i principi di sicurezza, tracciabilità e proporzionalità.
Verso una nuova regolamentazione
Dopo la sentenza, è attesa una nuova circolare da parte del Ministero dell’Interno che aggiorni le linee guida sull’identificazione degli ospiti nelle locazioni turistiche. L’obiettivo è creare un equilibrio tra:
- tutela della sicurezza pubblica
- modernizzazione dei processi
- equità tra categorie di operatori
È plausibile che il Ministero possa adottare una posizione più aperta, ammettendo l’identificazione da remoto tramite strumenti tecnologici certificati.
Affitti brevi e sicurezza: serve una norma chiara
La vicenda del check-in da remoto negli affitti brevi evidenzia la necessità di:
- una norma aggiornata e coerente con le innovazioni digitali
- linee guida condivise tra Ministero, Prefetture e operatori
- un approccio che non penalizzi un settore in forte evoluzione
Le regole devono essere chiare, proporzionate e applicabili, per garantire legalità e trasparenza senza ostacolare chi lavora correttamente.
2 risposte
Utile le precisazioni sulla sentenza del TAR, come spero utile anche il volume offerto gratuitamente in ebook sugli affitti brevi.
Salve Antonio,
Grazie per il tuo commento! 😊
Siamo felici che tu abbia trovato utile l’approfondimento sulla sentenza del TAR.
Speriamo davvero che anche l’eBook gratuito possa offrirti spunti pratici per gestire al meglio la tua attività di affitti brevi.
Se hai domande o dubbi specifici, siamo a disposizione per approfondire!