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IRPEF: come funziona il conguaglio

Conguaglio irpef in busta paga

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Sommario

5 cose da sapere sul conguaglio Irpef nella busta paga di dicembre

Nella busta paga di dicembre il lavoratore trova il conguaglio Irpef, o conguaglio fiscale di fine anno, ossia il ricalcolo delle imposte dovute effettuato dal datore di lavoro. Dall’imposta Irpef alle addizionali regionali e comunali, vediamo come si controlla e calcola il conguaglio. E tutte le informazioni utili per capire se è corretto ricevere le trattenute o i rimborsi.

Conguaglio IRPEF di fine anno

Ogni anno nel mese di dicembre il datore di lavoro effettua il conguaglio fiscale di fine anno. Si tratta di operazioni di ricalcolo delle imposte dovute dal lavoratore, ossia l’Irpef e le addizionali regionali e comunali. La tassazione applicata nella busta paga di dicembre è quindi quella relativa all’intero anno e comprende le trattenute dell’Irpef a conguaglio, oppure il rimborso Irpef, oltre che i dati relativi al reddito annuo percepito dal lavoratore. E gli importi delle detrazioni annue spettanti per lavoro dipendente o per carichi familiari.

Nel controllare la propria busta paga di dicembre, il lavoratore quindi noterà di aver subito una trattenuta Irpef a conguaglio oppure di aver ricevuto un importo a titolo di rimborso Irpef.
Nella stessa busta paga il lavoratore trova informazioni aggiuntive relative al proprio reddito annuo, alle detrazioni fiscali totali annue, l’Irpef annua da pagare e l’Irpef annua già trattenuta. Verifichiamo insieme alcune cose da sapere sul conguaglio fiscale di fine anno.
Per chi voglia approfondire nel dettaglio alcuni aspetti non chiariti nei punti successivi, può consultare l’approfondimento analitico sul conguaglio fiscale di fine anno.

1 – Come controllare il calcolo del conguaglio fiscale

Per controllare il calcolo del conguaglio fiscale sono necessari alcuni dati importanti che si possono leggere in busta paga:

  • il reddito imponibile Irpef annuo;
  • Le detrazioni per reddito dipendente e per familiari a carico;
  • L’imposta Irpef già trattenuta durante l’anno.

Il dato principale che si trova nella busta paga di dicembre è l’imponibile Irpef annuo. Sarebbe il proprio reddito lordo dal punto di vista fiscale. L’imposta Irpef dovuta annualmente, infatti, va calcolata su la cifra indicata come imponibile Irpef annuo. Su questa cifra vanno infatti applicate le aliquote Irpef per scaglioni di reddito. Ricordiamo che le aliquote Irpef sono del 23% fino a 15.000 euro, del 27% da 15.000,01 a 28.000 euro, del 38% da 28.000,01 a 55.000 euro, del 41% da 55.000,01 a 75.000 euro, e del 43% oltre 75.000 euro.

Applicando le aliquote sul proprio reddito imponibile Irpef si può calcolarel’imposta lorda annuale dovuta. Da questa cifra, ottenuta moltiplicando il proprio reddito per le aliquote (es. reddito di 14.000 euro, l’imposta è il 23% di 14.000 euro; es. se il reddito è 20.000 euro, l’imposta lorda è il 23% di 15.000 euro + il 27% di 5.000 euro) vanno sottratte le detrazioni per reddito dipendente e per familiari a carico.

Nella busta paga di dicembre le detrazioni per reddito dipendente, voce definitiva e calcolata su base annua sul reddito effettivamente percepito, e le detrazioni per moglie, figli e altri familiari a carico, voce anch’essa definitiva e su base annua, sono generalmente indicate nella parte bassa, quasi in calce, al cedolino. Sottraendo dall’imposta lorda, le detrazioni spettanti, si ricava l’imposta Irpef netta da pagare, che rappresenta l’imposta sul reddito effettivamente dovuta.

Se il lavoratore è tenuto a pagare l’imposta Irpef, allora dovrà pagare anche leaddizionali regionali e comunali, che saranno trattenute in unica soluzione a dicembre oppure a rate nell’anno successivo. Gli importi delle addizionali calcolate sono generalmente indicata in busta paga.

Torniamo al controllo del conguaglio fiscale di fine anno operato dal datore di lavoro: una volta determinata l’Irpef dovuta, a questo punto nel cedolino c’è indicata anche l’Irpef già trattenuta, ossia quanto è stato trattenuto come imposta Irpef nei cedolini precedenti. Ovviamente se l’Irpef dovuta è superiore all’Irpef già trattenuta durante l’anno, nella busta paga di dicembre ci sarà unconguaglio Irpef a debito per il lavoratore e quindi una trattenuta a suo carico. Quindi tra le trattenute il lavoratore troverà una voce a titolo di Irpef a conguaglio, a debito ovviamente, e che riduce il netto in busta da ricevere.
Se invece l’Irpef dovuta è inferiore all’Irpef già trattenuta durante l’anno, allora nel cedolino paga comparirà una voce a titolo di rimborso Irpef a conguaglio, ossia tra le competenze verrà indicata la differenza a favore del lavoratore. Quindi ci sarà un Irpef a conguaglio, a credito ovviamente, e che aumenta il netto in busta da ricevere.

2 – Se ti trattengono l’Irpef a conguaglio

Vuol dire che la tassazione operata dal datore di lavoro durante tutto l’anno, e più precisamente nelle buste paga precedenti da gennaio a novembre, compreso tredicesima, è stata inferiore rispetto a quanto effettivamente dovuto, tenendo conto dell’effettivo reddito imponibile fiscale annuo del lavoratore.

La tassazione basata sul reddito presunto. Il datore di lavoro durante l’anno, agendo in qualità di sostituto d’imposta, applica la tassazione, e le detrazioni fiscali, in busta paga secondo il reddito comunicato dal lavoratore oppure secondo il reddito dello stesso lavoratore nell’anno precedente. Si tratta di un reddito presunto, con applicazione della tassazione in via previsionale. Se il reddito effettivamente percepito nell’anno 2014, sommando l’imponibile Irpef indicato nelle buste paga da gennaio a dicembre, è superiore a quello previsionale, allora la tassazione del dipendente sarà più alta rispetto a quella prevista ed a conguaglio viene trattenuta la differenza.
Tale differenza è dovuta sia al reddito più alto, e quindi di conseguenza all’imposta Irpef più alta, sia alle detrazioni spettanti più basse. La misura delle detrazioni annuali spettanti per lavoro dipendente, infatti, dipende anch’essa dal reddito percepito. Se quest’ultimo è più alto, al lavoratore spettano maggiori detrazioni sull’Irpef. La conseguenza è che l’Irpef a conguaglio è più alta per effetto non solo dell’imposta Irpef maggiore da pagare, ma anche per le minori detrazioni spettanti al lavoratore.

3 – Se ti vengono restituite delle somme

Vuol dire che la tassazione applicata dal datore di lavoro durante l’anno è superiore alla tassazione effettivamente dovuta sulla base del reddito effettivo percepito. Oppure vuol dire che il lavoratore è incapiente (ossia non deve pagare l’Irpef) e quindi ha diritto alla restituzione dell’Irpef trattenuta nelle buste paga da gennaio a novembre, calcolata in via previsionale.

Come già detto, il datore di lavoro applica la tassazione sulla base di un reddito presunto e previsionale nelle mensilità da gennaio a novembre. Se questo reddito presunto è più alto del reddito che effettivamente il lavoratore ha percepito durante l’anno, allora nel mese di dicembre il conguaglio fiscale, ossia il ricalcolo dell’Irpef dovuta su base annua tenendo conto del reddito effettivo annuale, porta ad una imposta Irpef dovuta inferiore rispetto a quella trattenuta nelle buste paga da gennaio a novembre, compreso tredicesima. La differenza è a credito per il lavoratore, che si troverà rimborsata la maggiore imposta trattenuta precedentemente.

4 – Redditi esclusi dal conguaglio

Ci sono dei redditi che non sono da considerare nel conguaglio fiscale, ossia non sono imponibili ai fini Irpef e quindi non determinano maggiori imposte da pagare. Vediamoli.

Il lavoratore non paga imposte sui contributi previdenziali a suo carico. Infatti il reddito imponibile Inps in busta paga è diverso dal reddito imponibile fiscale, il quale è al netto dei contributi versati e che sono anche indicati in busta paga.

Il lavoratore non deve imposte neanche per gli importi degli assegni per il nucleo familiare erogati in busta paga dal datore di lavoro. Il reddito imponibile fiscale infatti, sia relativo al mese di dicembre che annuo, non tiene conto degli importi degli ANF pagati al lavoratore in busta.

Sono altresì esclusi dal calcolo i premi per le polizze a copertura di rischi professionali derivanti da infortunio, l’indennità di mensa fino al limite di 5,29 euro al giorno, l’indennità di trasferta in Italia fino a 46,48 euro al giorno e la trasferta all’estero fino a 77,47 euro al giorno, i rimborsi spese per la trasferta in Italia fino a 15,49 euro al giorno e per la trasferta all’estero fino a 25,82 euro al giorno, i trasferimenti in Italia fino a 1.549,37 euro all’anno e all’estero fino a 4.648,11 euro all’anno.

Sono infine esclusi dall’imponibile fiscale e dal conguaglio fiscale di fine anno anche le somme erogate dal datore di lavoro come arretrati degli anni precedenti, che sono infatti a tassazione separata.

5- Il conguaglio con il modello 730

Il conguaglio fiscale in busta paga può essere un calcolo delle imposte definitivo, ma solo per coloro che hanno un solo datore di lavoro, e non vogliono usufruire di ulteriori detrazioni fiscali, come ad esempio le detrazioni fiscali per spese sanitarie, o comunque non hanno case di proprietà.

Coloro che invece hanno altri redditi, come ad esempio un secondo lavoro retribuito, oppure un reddito da fabbricati, un reddito da impresa, o altro, oppure coloro che hanno ulteriori detrazioni fiscali da poter fruire, sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi per poter effettuare l’ultima operazione di conguaglio fiscale sui redditi dell’anno.

E’ infatti presentando il modello 730 o il modello Unico PF che il lavoratore ottiene il definitivo calcolo delle imposte dovute tenendo conto di tutti i redditi da lui percepiti, tutte le detrazioni spettanti. E’ pertanto, nella maggior parte dei casi, necessario presentare il modello 730 e ricalcolare il conguaglio fiscale, questa volta non di fine anno, ed operato dal datore di lavoro, ma in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, e nella maggior parte per il tramite di un Caf o professionista abilitato.

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