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Chiusura partita iva

Chiusura Partita IVA: Ecco come evitare errori e sanzioni

SOMMARIO

Tutto quello che occorre sapere per procedere con la chiusura partita IVA senza incorrere in salate cartelle esattoriali.

Se aprire partita IVA rappresenta l’inizio di un nuovo percorso carico di aspettative, capita che purtroppo non tutto vada per il verso giusto. Oppure, molto semplicemente si decida di intraprendere una strada diversa. Molte sono le domande che ci vengono poste da chi si accinge a cessare la propria attività, cerchiamo di rispondere con questo post ai più comuni quesiti posti da chi si trova in questa fase. Scopriamo insieme come procedere alla chiusura partita iva.

Come chiudere partita IVA

Cessare la partita IVA di un libero professionista è molto semplice e la procedura è gratuita. Trattasi dello stesso procedimento sia per coloro che adottano il regime fiscale ordinario, che per coloro che adottano il regime forfettario. Infatti, occorre comunicare all’Agenzia delle Entrate la cessazione della propria attività, entro 30 giorni, con un apposito modulo modello AA9/12. Una volta compilato il modello compilato è possibile effettuare:

  • la consegna cartacea presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate,
  • la spedizione tramite raccomandata A/R, oppure
  • l’invio telematico tramite intermediario abilitato.

Tuttavia, quando occorre chiudere una ditta individuale la procedura è diversa: vediamo nel dettaglio.

Chiudere la Partita IVA di una ditta indivduale

Quando una partita IVA è iscritta al Registro delle Imprese, per cessare correttamente l’attività occorre utilizzare ComUnica, il software online del Registro delle Imprese. In questo modo è possibile cessare, con un’unica procedura, tutte le iscrizioni e quindi chiudere l’iscrizione in Camera di Commercio, INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate.

Per un approfondimento sui costi di chiusura della partita IVA consultare il nostro post al seguente link: Quali i costi per chiudere la partita IVA

Come verifico se una partita IVA è iscritta al Registro Imprese?

Per verificare se un soggetto è iscritto o meno in Camera di Commercio occorre effettuare una ricerca presso il Registro delle Imprese utilizzando il Codice Fiscale oppure la partita IVA. Occorre quindi procedere con la richiesta di una visura camerale se il soggetto risulta iscritto. Per scoprire come richiedere una visura camerale gratuita consultare il nostro post “Visura Gratuita: Ecco Come Fare“.

Ho chiuso la mia partita IVA ma continuo a ricevere cartelle di pagamento dall’INPS: perché?

Capita sovente che venga chiusa la sola partita IVA senza procedere alla cessazione dell’iscrizione in Camera di Commercio e all’INPS Gestione Artigiani e Commercianti. In questo caso, per poter chiedere lo sgravio dei contributi INPS, occorre fare una chiusura retroattiva al Registro Imprese (operazione soggetta a sanzione per tardiva comunicazione) e successivamente chiedere il ricalcolo dei contributi effettivamente dovuti all’INPS.

In questa situazione, è necessario capire se trattasi di attività soggetta a SCIA di chiusura, modello con il quale effettuare la comunicazione tardiva in CCIAA.

Dopo la chiusura della partita IVA occorre comunque versare l’INPS per tutto l’anno?

I titolari di partita IVA iscritti all’INPS Gestione Artigiani e Commercianti versano i contributi INPS fissi sul reddito minimale. L’obbligo di versamento sorge dal momento in cui viene avviata l’attività in Camera di Commercio e termina nel momento in cui avviena la cessazione dell’attività. Pertanto, in caso di cessazione dell’attività in corso d’anno, i contributi non sono dovuti per tutto l’anno, ma occorre chiedere il ricalcolo all’INPS.

Il diritto camerale si paga per l’intero anno?

Le imprese individuali devono versare il diritto annuale per tutto l’anno solare, anche se l’attività viene cessata in corso d’anno. Ma attenzione, per essere esonerati dall’obbligo di pagamento è indispensabile aver presentato la domanda di cancellazione dal Registro delle Imprese. Fin quando la domanda non venga validamente presentata il tributo è dovuto per ogni anno non frazionabile in cui si è mantenuta l’iscrizione, anche se l’attività è già cessata.

Chiusura partita IVA retroattiva: sanzioni

Per sanare l’omessa presentazione della comunicazione di cessazione partita IVA, occorre presentare il modello tardivamente. La mancata presentazione del modello AA9/12 non è più sanzionabile così come stabilito dall’Agenzia delle Entrate che, con la risoluzione n. 7/E/2017, ha abolito il codice tributo 8120, codice necessario per il pagamento della sanzione.
Inoltre, come stabilito dal DL 193/2016 «L’agenzia delle Entrate procede d’ufficio alla chiusura delle partite IVA dei soggetti che, sulla base dei dati e degli elementi in suo possesso, risultano non aver esercitato nelle tre annualità precedenti attività d’impresa ovvero artistiche e professionali. Sono fatti salvi i poteri di controllo e accertamento dell’amministrazione finanziaria».

Se chiudo la Partita IVA ho diritto alla disoccupazione?

Le ditti individuali, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti che chiudono la partita IVA non hanno diritto ad alcuna indennità di disoccupazione. Infatti in Italia i lavoratori autonomi n genere non hanno diritto ad alcun ammortizzatore sociale, ma solo i lavoratori dipendenti, con determinati requisiti contributivi, possono richiedere la NaSpi all’INPS.

Come verificare se una partita IVA è cessata?

In molti ci chiedono: “Ho chiesto al mio commercialista di procedere con chiusura partita IVA ma come posso verificare l’avvenuta cessazione?”

Successivamente alla presentazione del modello di cessazione dell’attività, è possibile verificare l’effettiva chiusura tramite il sito internet dell’Agenzia delle Entrate inserendo il numero di partita IVA nell’apposito campo, digitando il codice numerico per confermare e poi cliccando sul tasto INVIA.

Per un approfondimento consultare il nostro post “Ricerca Partita IVA: i Migliori Tool Online.

Devo ancora incassare dei crediti: posso chiudere la partita IVA?

Il professionista che ha ancora crediti da incassare, secondo quanto sottolineato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare 11/E del 2007, non può chiudere la partita IVA fino a quando tutti i rapporti vengono chiusi: deve quindi rimanere aperta fino all’incasso di tutti i crediti scaturiti dall’attività.

In alternativa è possibile, regolarizzare in anticipo le proprie pendenze fiscali, emettendo tutte le fatture attive, versando l’IVA se dovuta e imputando all’ultimo anno anche le operazioni che non hanno avuto ancora manifestazione finanziaria.

Si può procedere con la chiusura partita IVA anche se ho debiti da saldare?

La chiusura della partita IVA è possibile anche quando un soggetto ha contratto dei debiti con la sua attività e non è riuscito a pagarli. Infatti, i creditori potranno comunque rivalersi sul patrimonio del titolare della partita IVA e sui suoi beni personali. Questo criterio è valido sia per le ditte individuali, che per i liberi professionisti, per gli artigiani e i lavoratori autonomi, che rispondono illimitatamente dei debiti contratti con l’attività.

Ho erroneamente chiuso la partita IVA, come posso rimediare?

Per rimediare ad una errata chiusura partita IVA occorre:

  • in caso di Partita IVA iscritta in CCIAA, presentare una nuova ComUnica, per annullare la comunicazione precedente (quella di cessazione) e riattivare anche tutte le tue posizioni INPS, INAIL e Camera di Commercio;
  • in caso di Partita IVA non iscritta in CCIAA, presentare il modello AA9/11 per chiedere la riattivazione all’Agenzia delle Entrate.

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