Il Commercialista Online

Crowdfunding: Ecco una forma alternativa di finanziamento

Condividi:

Crowdfunding: come funziona e quando conviene usarlo per finanziare un progetto

SOMMARIO

Il crowdfunding è un fenomeno ancora da scoprire anche se molto diffuso, e può rappresentare una buona alternativa alle forme tradizionali di fund-raising per a realizzazione di progetti o iniziative imprenditoriali. Vediamo insieme quali sono i suoi aspetti essenziali.

Il crowdfunding è una forma di finanziamento collettivo che consente a imprese, start-up innovative, associazioni e singoli professionisti di raccogliere fondi da un ampio pubblico tramite piattaforme online, senza passare per i canali tradizionali (banche o investitori istituzionali).

Nel 2025 è uno strumento sempre più usato da chi vuole lanciare un prodotto, aprire un’attività o validare un’idea.

Cos’è il crowdfunding

La parola deriva da “crowd” (folla) e “funding” (finanziamento). In pratica, chi ha un progetto lo presenta su una piattaforma online, spiegandone scopo, costi e obiettivi. Gli utenti che vogliono sostenerlo possono contribuire economicamente.

Esistono diverse tipologie di crowdfunding, ognuna con regole e vantaggi diversi.

Quanti tipi di crowdfunding esistono?

Il crowdfunding si articola in differenti modelli essendo il fenomeno in continua evoluzione, e le principali forme sono: Le 4 forme principali di crowdfunding sono:

  • Equity-based crowdfunding: chi contribuisce acquista quote della società, diventando socio a tutti gli effetti (molto diffuso tra start-up innovative).
  • Donation based crowdfunding: chi contribuisce lo fa per spirito di solidarietà, senza ricevere nulla in cambio (es. raccolte fondi per scopi sociali o culturali).
  • Reward based crowdfunding: il contributo è ricompensato con un prodotto, un servizio o un riconoscimento simbolico (molto usato da start-up e creativi). Questa forma permette al promotore di un progetto di ottenere i fondi necessari alla sua realizzazione dando ai sostenitori una “ricompensa” come ad esempio una copia del libro che hanno contribuito a pubblicare;
  • Lending-based (crowdlending): chi partecipa presta denaro all’impresa e si aspetta di riaverlo con un interesse (è regolamentato da Consob e Banca d’Italia).

Chi puà usare il crowdfunding?

In Italia è stata introdotta una specifica normativa, D.L. n.179/2012, per disciplinare il fenomeno dell’equity crowdfunding. L’obiettivo è di incentivare la crescita economica e lo sviluppo delle start-up innovative.
Soltanto le start-up innovative e le PMI che possiedono i requisiti per qualificarsi come tali e che sono iscritte in una sezione speciale del Registro delle Imprese possono utilizzare il crowdfunding per raccogliere i finanziamenti necessari senza le difficoltà del ricorso ai canali tradizionali.

Il crowdfunding è particolarmente utile per:

  • Start-up in fase di lancio
  • Progetti culturali, tecnologici o sociali
  • Professionisti e creatori di contenuti
  • PMI con idee da testare sul mercato

Rispetto ai finanziamenti bancari, è più rapido, meno burocratico e ti permette anche di testare il mercato prima di produrre.

Tassazione del crowdfunding: cosa sapere

La tassazione delle somme raccolte tramite crowdfunding dipende dal tipo di soggetto che promuove il progetto e dalla forma giuridica utilizzata. Ecco i principali casi:

🔹 Persone fisiche

Se chi raccoglie i fondi è un privato, gli importi possono essere tassati come:

  • reddito da lavoro autonomo, se si tratta di un’attività svolta con continuità;
  • reddito d’impresa, se l’attività ha natura commerciale (es. vendita di beni o servizi).

🔹 Start-up e PMI

Per le imprese, le somme raccolte rientrano nel reddito d’impresa e sono soggette a:

  • IRPEF (se ditte individuali o società di persone),
  • IRES (se società di capitali, come SRL o start-up innovative).

🔹 Crowdfunding reward-based (modello con ricompensa)

Quando il contributo è legato a una “ricompensa” (es. preordine di un prodotto), i fondi raccolti:

  • sono considerati ricavi d’impresa,
  • possono essere classificati come sopravvenienze attive straordinarie,
  • e, in alcuni casi, rateizzati fino a 5 anni.

⚠️ Se si tratta di una vendita futura (pre-order), bisogna applicare l’IVA, perché è a tutti gli effetti una cessione di beni o servizi.

🔹 Enti no profit e organizzazioni non commerciali

Se la raccolta avviene in occasione di campagne di sensibilizzazione o eventi occasionali (es. anniversari, emergenze), e non ha scopo di lucro, le somme sono escluse dalla tassazione e trattate come donazioni.

    📨 Resta sempre aggiornato sul Fisco e sulla Partita IVA

    Iscriviti alla nostra newsletter gratuita: ogni settimana (2 volte) riceverai guide pratiche, novità fiscali e consigli utili per gestire al meglio la tua attività.
    Unisciti a oltre 35.000 lettori che si affidano a noi per restare sempre informati!

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *