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Collaboratori familiari: ecco quando versare l'INPS

Collaboratori familiari: ecco quando versare l’INPS

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Sommario

E’ possibile accettare l’aiuto di collaboratori familiari in azienda senza incorrere in sanzioni? Ecco come comportarsi per evitare di appesantire le piccole imprese di ulteriori oneri INPS e non incorrere in pesanti sanzioni da parte degli ispettori del lavoro.

Il Ministero del Lavoro con le circolari 10478 del 10 giugno 2013 e n. 14184 del 5 agosto 2013 ha chiarito la posizione previdenziale e giuridica dei collaboratori familiari nei settori dell’artigianato, dell’agricoltura e del commercio. Vediamo tutto nel dettaglio.

Chi è il Collaboratore Familiare?

Il collaboratore familiare è colui che collabora con il titolare di una ditta individuale ed ha con questi un rapporto di parentela entro il terzo grado, ossia: coniuge, nonni, genitori, figli, fratelli, sorelle, nipoti, zii, suoceri, nonni del coniuge, cognati, zii del coniuge, nipoti del coniuge (art. 230 bis del codice civile).

Se trattasi di una collaborazione occasionale può essere a titolo gratuito; invece, se è invece trattasi di una attività continuativa, deve essere necessariamente regolata da un apposito contratto e congrua retribuzione.

Possono avvalersi della collaborazione familiare a titolo gratuito le seguenti imprese:

  • artigiane;
  • commerciali;
  • agricole.

Quando i collaboratori familiari devono essere iscritti all’INPS?

Nella maggior parte dei casi trattasi di collaborazione prestata all’interno di un contesto familiare in virtù di un rapporto basato sul legame affettivo, che non prevede la corresponsione di alcun compenso.

Tuttavia, occorre comunque versare i contributi INPS per i collaboratori familiari quando lavorano nell’azienda in modo abituale e prevalente rispetto a tutte le altre attività lavorative.

Quando i collaboratori familiari non devono essere iscritti all’INPS?

I collaboratori familiari che prestano la loro attività in maniera occasionale e che non percepiscono compensi non sono tenuti ad iscriversi all’INPS, essendo questa una prestazione fondata sul “legame solidaristico ed affettivo proprio del contesto familiare”.

In generale, “per attività occasionale si intende quella caratterizzata dalla non sistematicità e stabilità dei compiti espletati, non integrante comportamenti di tipo abituale e prevalente nell’ambito del funzionamento e gestione dell’impresa”.

Secondo il Ministero del Lavoro, la prestazione del familiare è da considerarsi sempre occasionale in presenza delle seguenti prestazioni rese:

  1. da familiare pensionato;
  2. da familiare impiegato full time presso altro datore di lavoro;
  3. nell’ambito quantitativo di 90 giorni nell’anno solare, ovvero ore 720 per anno. Le 720 ore possono essere svolte anche in più di 90 giorni, se l’attività del familiare si espleta solo per qualche ora al giorno.

Nei suddetti casi la collaborazione del familiare si considera sempre presuntivamente occasionale. Attenzione: il personale ispettivo potrà contestare il mancato rispetto di tale parametro solo “mediante la rigorosa acquisizione di elementi di natura documentale o testimoniale”.

Quali collaboratori familiari rientrano nelle collaborazioni occasionali?

Per quanto attiene il riscontro del vincolo di parentela, si ritiene opportuno ricondurre in linea generale nell’ambito delle collaborazioni occasionali quelle instaurate tra il titolare dell’azienda, oltre che con il coniuge, con i parenti e gli affini entro il terzo grado. In proposito, si ricorda che sono parenti di:

  • primo grado i genitori e i figli;
  • secondo grado i nonni, i fratelli e sorelle, i nipoti intesi come figli dei figli;
  • terzo grado i bisnonni e gli zii.

Rientrano inoltre i nipoti (figli di fratelli e sorelle), i pronipoti intesi come figli dei nipoti di secondo grado. Riguardo agli affini sono tali i parenti del coniuge di:

  • primo grado i suoceri;
  • secondo grado i nonni del coniuge e i cognati;
  • terzo grado i bisnonni del coniuge, gli zii del coniuge, i nipoti intesi come figli dei cognati.

I collaboratori familiari devono comunque iscriversi all’INAIL?

La risposta è affermativa e i collaboratori familiani devono essere iscritti all’INAIL in alcuni casi. Infatti, secondo l’istituto assicurativo non occorre assicurare le prestazioni accidentali ovvero le prestazioni rese una o due volte nell’arco del mese a condizione che non siano superiori alle 10 giornate lavorative nell’arco dell’anno solare. Quando il collaboratore familiare supera il predetto limite è necessario iscriverlo all’INAIL, versando il relativo premio, anche se è esente dall’iscrizione all’INPS.

Occorre stipulare un contratto?

Quando trattasi di collaborazione familiare avente i requisiti dell’occasionalità, non è necessario stipulare un contratto di assunzione scritto, ma si concretizza con fatti concludenti che realizzano il rapporto di lavoro e la specifica volontà del familiare di prestare la sua attività.

Tuttavia, anche se non sussista obbligo di assunzione scritta, è comunque possibile di mettere per iscritto almeno gli accordi principali a cui far riferimento in caso di controversia.

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37 commenti

  • Piera rolla

    Salve sono pensionata da 4 anni. Attualmente mia nuora ha aperto un negozio. Posso aiutarla saltuariamente senza contratto? E se non fosse possibile potrei stipulare u. Contratto a chiamata senza che questo inficiare sulla mia pensione? Grazie mille

  • Alessio Tegas

    Buongiorno, il coniuge coadiuvante regolarmente iscritto alla gestione INPS di appartenenza e per il quale il titolare versa i contributi sul minimale, che presta la propria collaborazione senza partecipare agli utili e senza altri compensi di qualsiasi natura, deve fare la dichiarazione fiscale in assenza di altri redditi?

  • Piero

    Se io svolgo una collaborazione famigliare occasionale per meno di 10 giornate non devo iscrivermi all Inail, ma in caso di infortunio sono comunque coperto?

  • Bruno

    Buonasera.
    Circa 30 anni fa , durante i mesi estivi (quando non ero ancora maggiorenne) ho aiutato mia mamma nella sua attività commerciale di cui lei era titolare (come ditta individuale) in qualità di collaboratore familiare occasionale per circa 2 mesi all’anno (60 gg all’anno) senza tuttavia versare contributi INPS.

    E’ possibile chiedere, attraverso il ricongiungimento A TITOLO ONEROSO, il riconoscimento di tali periodi di contributi?
    Motivo: questi mesi (in totale 6) mi farebbero comodo per i contributi di pensione ad oggi maturata.
    Potete darmi info al riguardo ?
    Vi ringrazio per l’attenzione.

  • Marko

    buonasera,
    ho ditta individuale e dovrei eseguire dei lavori di manutenzione ordinaria (tinteggiatura pareti interne) di una ditta.
    Posso avvalermi dell’aiuto di mio fratello per 4 giorni senza iscrizione inps?
    devo invece fare assicurazione inail?
    devo inserirlo come collaboratore occasionale/famigliare dove? nel caso come inserisco tale variazione temporanea?
    Grazie

  • Valentina

    Salve,

    Sono coadiutrice familiare nella ditta individuale di mio padre da 4 anni, per 6 mesi all’anno in maniera continuativa, pertanto i miei contributi inps vengono regolarmente versati. Ad oggi nessuno sa dirmi con chiarezza se ho diritto o meno ad un’indennità di disoccupazione, Ho provato a fare domanda di DIS COLL due volte nel 2020 e mai prima, ma è sempre stata respinta. Potrei gentilmente avere delucidazione a riguardo, continuo a leggere articoli per cercare risposte ma non le trovo e anche il nostro commercialista non è chiaro. Forse il collaboratore ha diritto e il coadiuvante no?

    Molte grazie

  • Vincenzo

    Buongiorno,
    mia moglie ha un’ attività di somministrazione, io sono un dipendente pubblico posso darle una mano in occasione di fiere o in casi particolari? Non ho l’obbligo di comunicazione INPS, ma per quanto riguarda l’INAIL??
    Grazie

    • Vernieri Cotugno Dott.ssa Michela

      Gentile Vincenzo,
      certo come collaboratore familiare occasionale. Deve iscriversi all’INAIL.
      Cordialità

  • Monica Bussu

    Buonasera, mia ex nuora chiede a me e mio marito l’assegno di mantenimento per il nostro nipote ,perché nostro figlio è in carcere e non può, ha dichiarato di lavorare occasionalmente dal padre in campagna, ma noi sappiamo che lavora tutti i giorni, possiamo denunciare all’ispettorato del lavoro? Oppure è la nostra parola contro la sua?loro possono realmente verificare le nostre dichiarazioni? Ci sentiamo presi in giro, abbiamo offerto gli alimenti, ma lei pretende un assegno in denaro,Cordialmente la ringrazio se vorrà darmi un consiglio Monica

  • Francesco

    Salve, hai fini di un controllo dell’ispettorato del lavoro, come si dimostra che il proprio figlio è nell’attività artigiana del padre occasionalmete?

  • Francesco

    Salve, hai fini di un controllo del”ispettorato del lavoro, come si dimostra che il proprio figlio è nell’attività artigiana del padre occasionalmete?

    • Vernieri Cotugno Dott.ssa Michela

      Salve,
      se trattasi di lavoro occasionale di un familiare occorre solo l’iscrizione INAIL.
      Cordialità

  • Maurizio

    Vorrei capire se in una società sas bisogna firmare qualcosa che dichiara il grado di parentela se è il cognato il collaboratore del titolare

  • Anastasia

    Salve! Mio è un artigiano edile e a volte tipo due volte a settimane per un paio di ore ha bisogno di me. A questo punto vi siamo rivolti al nostro commercialista che ha fatto contratto come collaboratrice però dopo tre mesi abbiamo da pagare solo per me 944 euro che giustamente per quel poco che faccio non gli guadagno neanche per sogno. Come dobbiamo fare? Grazie!!!

  • Marisa Meraldi

    Buongiorno,

    dal 1° di ottobre 2018 mio marito otterrà la pensione con 41 anni come lavoratore precoce.
    Potrebbe aiutarmi per qualche ora alla settimana nella mia attività commerciale, senza ovviamente percepire compenso? Ci è stato detto che potrebbe perderla.
    Grazie per la risposta

  • Michele Santelia

    Buongiorno, vorrei sapere se ci sono state modifiche alla legge.
    Non mi è chiaro come chi sia preposto al controllo, presumo l’Ispettorato del Lavoro, possa farlo
    se non vi è un contratto scritto. In particolare io potrei aiutare i miei figli nell’attività famigliare per
    le 720 ore annue… ma come bisogna giustificarle? Nessuno sa darmi una spiegazione grazie.

  • Vita Alberta Ampola

    Buongiorno,mio marito ha una rosticceria e vorrei sapere dato che io e i nostri 2 figli lo aiutiamo,se dobbiamo pagare tutti e 4 i contributi ,,(cosa assolutamente impossibile) e inoltre il nostro consulente ci ha detto che non possiamo mettere in regola i ragazzi perché nostri figli.Io credo che non é una cosa giusta ,per questo motivo chiedo aiuto per un futuro migliore grazie anticipatamente

  • antonio

    buongiorno
    mia moglie è produttore agricolo e io vorrei aiutarla nella vendita dei prodotti. Rimanendo sotto le 720 ore non obbligo alcuno nei confronti dell’inps?
    Devo comunque denunciare la mia presenza all’inps come coaiuvante o, essendo una collaborazione occasionale, non devo dire nulla a ll’inps e fare solo l’iscrizione all’inail?
    grazie

  • Enrico

    interessante , vorrei sapere mia moglie è commerciante un bar e una edicola su due unità locali può farsi aiutare dalla figlia studente per 3/4 ore al di per 5 giorni settimana senza versare INPS per la figlia grazie per risposta

  • alessio

    lavoro da 4 anni come coadiuvante,ho diritto ad un disoccupazione nel caso io lascio questo lavoro£

  • andrea

    la mia compagna di vita ma non convivente puo’ aiutarmi occasionalmente nell attivita’ di ristorazione?

  • Debora

    buonasera, chi presta la propria attività in modo continuativo e prevalente come collaboratore familiare, presso un centro revisioni in quale categoria deve pagare i contributi INPS non avendo ancora i requisti per essere iscritto come artigiano?

  • Alessio

    Salve,

    i contributi versati ad un coadiuvante valgono ai fini pensionistici?

    Grazie

  • MARIA

    Salve, nel caso di un familiare che presta lavoro gratuito, è necessario anche stipulare un contratto con la ditta individuale in oggetto?

  • Anna De Marco

    Ottimo articolo ma i collaboratori familiari coo menoo di 90 giorni hanno diritto alla disoccupazione?

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