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Ecco il Risparmiometro

ATTENTI ai Controlli in Arrivo: Risparmiometro

SOMMARIO

Ecco i nuovi controlli dall’Agenzia delle Entrate, in arrivo il temibilissimo Risparmiometro.

Oggi gli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per contrastare l’evasione fiscale sono sempre più numerosi, dal Redditometro allo Spesometro. Inoltre, con l’accesso alla banca dati dell’Anagrafe Tributaria è possibile avere a disposizione le informazioni relative a conti correnti, INPS ed altre Amministrazioni Pubbliche, per ciascun contribuente. Proprio in quest’ottica è stato predisposto un nuovo strumento, il Risparmiometro.

Cos’è il Risparmiometro?

Il Risparmiometro è lo strumento in via di sperimentazione che l’Agenzia delle Entrate sta mettendo a punto per controllare anche i risparmi dei contribuenti; tale strumento si basa su un algoritmo che verifica la congruenza tra i risparmi accumulati e le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti. Attualmente è partito in via sperimentale e prevede una fase iniziale nel 2018 con controlli sulle persone fisiche per i periodi di imposta dal 2013-2014 e successivamente verrà estesa anche alle persone giuridiche.

Quali i soggetti sottoposti al Risparmiometro?

I controlli effettuati dal Fisco attraverso il Risparmiometro andranno a colpire tutti i contribuenti, ossia i cittadini residenti in Italia che annualmente presentano la dichiarazione dei redditi, e riguarderanno i seguenti strumenti finanziari:

  • movimenti e giacenza del conto corrente bancario e postale;
  • conti deposito ed obbligazioni;
  • buoni fruttiferi;
  • carte di credito;
  • prodotti finanziari emessi da assicurazioni e da società di compravendita di oro e metalli preziosi.

Come funziona il Risparmiometro?

Il Risparmiomentro si basa su un algoritmo che andrà ad incrociare i dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate e dichiarati annualmente dal contribuente con i risparmi detenuti presso banche, poste e altri istituti finanziari. In pratica il controllo è contrario a quello del Redditometro, che confronta il tenore di vita sostenuto dal contribuente in funzione delle spese effettuate con la sua capacità di reddito (per cui se il contribuente dichiara un reddito pari a zero e successivamente acquista un’auto viene rilevata un’incongruenza).

Con il Risparmiometro quindi saranno a rischio controlli quei contribuenti che risparmiano troppo: se sul conto viene accreditato mensilmente lo stipendio ma non si effettuano prelievi per sostenere le spese quotidiane, l’Agenzia si chiederà se esiste un’altra fonte di reddito e pertanto presumerà che il contribuente stia evadendo le tasse svolgendo un lavoro in nero da cui riceve un compenso in contante.

Quali le differenze con il Redditometro?

La differenza consiste principalmente nel dato soggetto a controllo, infatti il Redditometro controlla le spese effettuate dal contribuente con mezzi di pagamento tracciabili ed il Risparmiometro controlla i risparmi. E quindi, con il Redditomentro l’Agenzia delle Entrate valuta la congruità del tenore di vita del cittadino sulla base delle spese effettuate rispetto ai redditi dichiarati e per sfuggire al Redditometro bisognerebbe acquistare solo con lo scontrino che è completamente anonimo.; mentre con il Risparmiometro, anziché verificare le uscite dal conto conto corrente, verificherà il denaro“in entrata” e che non viene speso.

Quali le conseguenze del Risparmiometro?

Quando vengono riscontrate incongruenze, l’Agenzia delle Entrate avvia il contraddittorio invitando il contribuente a fornire le prove della propria capacità di accantonare i risparmi, in quanto è a suo carico l’onere della prova (ad esempio dimostrando che si tratta di risparmi accumulati per un’eredità ricevuta, una donazione o una vincita etc.).

Tuttavia, se la presunzione di illecito rimane solida e non viene dimostrato il contrario il rischio in cui si incorre è quello dell’accertamento fiscale che può comportare l’applicazione da parte dell’Agenzia della cd. tassa sui risparmi, ossia una tassa che il contribuente è tenuto a versare per quella parte di risparmi che secondo l’Agenzia delle Entrate è in eccesso rispetto al reddito.

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