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SCADENZE FISCALI 2018 Ecco cosa pagare il 30 novembre

SCADENZE fiscali 2018: ecco cosa pagare il 30 novembre

SOMMARIO

Il 30 novembre scade il termine per il versamento del secondo o unico acconto relativo al modello REDDITI 2018.

Entro questa data i contribuenti (persone fisiche, società di persone e soggetti IRES) che hanno presentato la dichiarazione dei redditi (modello redditi 2018) dovranno provvedere ad effettuare il versamento della seconda rata (ovvero effettuare l’unico versamento) di quanto dovuto all’Erario, a titolo di acconto sulle imposte 2018. Vediamo insieme le scadenze fiscali 2018, prima tra tutte l’imminente 30 novembre, e come calcolare l’importo da versare.

Come funzionano gli acconti sulle imposte dei redditi?

In generale, i versamenti delle imposte sui redditi (IRPEF, IRES, IRAP, addizionali all’IRPEF, etc.) avvengono in 2 fasi: il saldo relativo all’anno oggetto della dichiarazione e l’acconto per l’anno successivo, che va pagato in una o in due rate, a seconda dell’importo.

Anche coloro che adottano il regime dei minimi o il regime forfettario devono versare gli acconti sull’imposta sostitutiva all’IRPEF (5% o 15%) a saldo e acconto.

È possibile determinare gli importi degli acconti dovuti sulla base del metodo storico o previsionale.

Come si determina l’acconto con il metodo storico?

L’acconto sulle imposte 2018 è dovuto quando l’imposta dichiarata in quell’anno (riferita, quindi, all’anno precedente), al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta, delle ritenute e delle eccedenze, è superiore a € 51,65. L’acconto è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:

  • unico versamento, entro il 30 novembre, se l’acconto è inferiore a € 257,52;
  • due rate, se l’acconto è pari o superiore a € 257,52; la prima pari al 40% entro il 30 giugno (insieme al saldo), la seconda – il restante 60% – entro il 30 novembre.

Come si determina l’acconto con il metodo previsionale?

L’importo dell’acconto da versare secondo il metodo previsionale viene determinato sulla base del reddito che si presume di conseguire nell’anno in corso (fondamentale in questo caso il ricorso alle proiezioni di fine anno). Questo metodo è consigliabile quando si stima di avere un reddito imponibile inferiore a quello precedente a causa di un calo di fatturato, quando si hanno delle detrazioni IRPEF maggiori, quando è avvenuta la chiusura dell’attività nel corso dell’anno o se nell’anno sono aumentare le spese sostenute per l’attività. In tutti questi casi, il ruolo del commercialista diventa determinante, in quanto fondamentale per effettuare una simulazione del reddito di fine anno e stimare, almeno indicativamente, quanto bisognerà pagare.

Le situazioni contabili di fine anno

Per i titolari di partita IVA è utile verificare la situazione contabile al 30 settembre per determinare il reddito imponibile che si prevede di ottenere e quindi determinare l’ammontare degli acconti da versare. Infatti, per valutare eventualmente una diminuzione del versamento delle imposte in acconto, occorre effettuare le proiezioni del reddito al 31 dicembre.

Il punto di partenza per stimare il reddito di fine anno e le imposte da pagare sono le situazioni contabili periodiche aggiornate (ad esempio 30 settembre o 31 ottobre), che forniscono utili informazioni sul fatturato a quella data, sui costi sostenuti e sull’utile di periodo. A queste situazioni, per determinare il reddito al 31 dicembre, occorre apportare le dovute modifiche considerando che:

  • i ricavi che si pensa di incassare entro dicembre possono essere stimati in modo abbastanza preciso anche in base ai contratti già stipulati, ai risultati storici dell’anno precedente oppure basandosi sull’andamento medio del settore;
  • la maggior parte dei costi sono fissi e quindi andranno aggiunti quelli che si pensa di sostenere entro dicembre;
  • i costi variabili, legati all’ammontare dei ricavi o compensi, sono comunque gestibili con buona discrezionalità;
  • gli investimenti in beni strumentali variano poco da anno ad anno o, se variano, lo si sa comunque con anticipo, e in ogni caso hanno una scarsa rilevanza nel calcolo dello studio.

A cosa servono queste simulazioni del reddito a fine anno?

Attraverso le proiezioni contabili di fine anno è possibile:

  • simulare il reddito di fine anno;
  • verificare la congruità dei ricavi/compensi rispetto agli studi di settore;
  • calcolare la previsione d’imposta in base al reddito presunto;
  • verificare l’eventuale permanenza in un regime fiscale agevolato.

Come funzionano le simulazioni per i contribuenti forfettari?

Non meno importanti sono le previsioni periodiche per i contribuenti forfettari, in quanto come ben sappiamo, al fine di rimanere nel regime fiscale agevolato, occorre rispettare determinati requisiti.

Con l’utilizzo di situazioni contabili periodiche è possibile:

  • verificare che non si sia superato il limite di ricavi, diverso a seconda dell’attività svolta;
  • controllare che non ci siano spese per collaborazioni superiori alla soglia di € 5.000 annui;
  • garantire il rispetto del limite di € 20.000 in beni strumentali.

Ricordiamo, infatti, che la violazione di uno dei requisiti comporta il passaggio al regime ordinario e di fatto l’applicazione classica delle imposte con la possibilità di entrarvi nuovamente in un momento successivo.

Attenzione, in quanto dalla bozza della legge di bilancio 2019 il limite di fatturato per l’anno 2019 dovrebbe essere aumentato per tutti i tipi di attività e quindi potranno accedere o restare nel regime forfettario coloro che hanno percepito compensi ragguagliati ad anno non superiori a € 65.000. Inoltre, dovrebbero essere eliminati i limiti dei € 5.000 annui per il costo di lavoro dipendente o assimilato e il limite dei beni strumentali di € 20.000.

Quali i soggetti esclusi dal versamento degli acconti?

Sono esclusi dal versamento degli acconti 2018 entro il 30 novembre coloro che:

  • hanno percepito redditi per la prima volta nell’anno 2018, come ad esempio coloro che hanno aperto la partita IVA nel corso dell’anno;
  • non hanno presentato la dichiarazione dei redditi 2018 anno d’imposta 2017;
  • sono stati coinvolti da procedure fallimentari;
  • gli eredi di contribuenti deceduti nei primi undici mesi del 2018.

Come si effettua il versamento degli acconti?

Il versamento degli acconti va effettuato utilizzando il modello F24 e indicando nei campi il codice tributo relativo al versamento. Nel dettaglio:

  • 4034 per il secondo acconto o la rata unica dell’IRPEF;
  • 2002 per il secondo acconto o la rata unica dell’IRES;
  • 3813 per il secondo acconto o la rata unica dell’IRAP;
  • 3844 per l’addizionale comunale all’IRPEF per il saldo, oppure 3843 per l’acconto;
  • 3801 per l’addizionale regionale all’IRPEF;
  • 1791 per il versamento della rata unica o secondo acconto dell’imposta sostitutiva dei contribuenti forfettari;
  • 1794 per il versamento della rata unica o secondo acconto dell’imposta sostitutiva dei contribuenti minimi.

Nel caso di locazioni è necessario il versamento della cedolare secca entro il 30 novembre con il modello F24, utilizzando il codice tributo 1841 acconto seconda rata o unica soluzione, e il codice 1842 per il saldo.

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